Bonus 150 euro, aumento degli stipendi, Superbonus e bollette: cosa farà il governo Meloni e cosa cambia da subito

Stefano Rizzuti

31/10/2022

Novità in arrivo con il primo decreto e la prima manovra del governo Meloni: cosa cambia per stipendi, bonus 150 euro, bollette, Superbonus e pensioni già nelle prossime settimane.

Bonus 150 euro, aumento degli stipendi, Superbonus e bollette: cosa farà il governo Meloni e cosa cambia da subito

Il primo Consiglio dei ministri operativo del governo Meloni si occuperà di giustizia, Covid e nomine di viceministri e sottosegretari. Per le misure economiche, urgentissime anche secondo la stessa presidente del Consiglio, bisognerà attendere ancora qualche giorno. Poi si partirà con il primo decreto, riguardante il caro bollette e le accise sui carburanti.

Una volta messo a punto l’intervento contro il caro energia tutta l’attenzione del nuovo esecutivo e, soprattutto, del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, si concentrerà sulla prossima legge di Bilancio. La prima targata Meloni. La presidente del Consiglio ha già avvertito: si dovrà intervenire prioritariamente contro il caro bollette e tutte le altre misure potrebbero essere rinviate o essere solo parziali.

Sicuramente bisognerà comunque mettere mano su alcuni campi: dalle pensioni al Superbonus, dal Reddito di cittadinanza al taglio del cuneo fiscale, passando per la flat tax, il nuovo esecutivo è intenzionato a toccare alcune delle misure più propagandate in campagna elettorale. Vediamo cosa potrebbe quindi esserci in manovra e quante sono le risorse attualmente a disposizione della maggioranza.

Il nuovo decreto Aiuti contro il caro bollette

Probabilmente già nel corso della settimana dovrebbe essere convocato un nuovo Consiglio dei ministri per varare il decreto Aiuti quater. Serviranno circa 5 miliardi per la proroga dei crediti d’imposta per le aziende nel mese di dicembre (scadono a novembre): si tratta di sgravi per l’acquisto dell’energia elettrica (40% di sconto per le imprese energivore, 30% per le altre) e per il gas (40% per tutti).

Nel decreto dovrebbe rientrare anche la proroga del taglio delle accise sui carburanti, ovvero la conferma oltre l’attuale scadenza del 18 novembre dello sconto di 30,5 centesimi al litro su benzina e diesel. Nessun rinnovo per il bonus 150 euro per chi ha redditi inferiori a 20mila euro: non ci sono risorse sufficienti. Con un emendamento al decreto AIuti ter, però, potrebbe essere allargata la platea dell’attuale bonus 150 euro, anche se non è ancora chiaro quali potrebbero essere i nuovi criteri.

Governo Meloni, il nodo risorse per la manovra

La prima grana da risolvere per il governo Meloni riguarda le risorse a disposizione per il decreto Aiuti quater e la legge di Bilancio. Entro il 4 novembre bisognerà integrare la Nadef del governo Draghi, inserendo gli obiettivi di finanza pubblica e inserendo anche le decisioni per il 2023 che prenderà il nuovo governo.

Ci saranno le stime aggiornate sul Pil: non sarà sicuramente del 2,4% come prevedeva il Def ad aprile, anche se a Chigi ci si attende un dato in positivo. Con un inevitabile aumento del deficit, forse al 4,5% del Pil: l’obiettivo del Def era il 3,9% mentre il tendenziale, senza considerare l’impatto della manovra, era stimato al 3,4%.

Secondo i calcoli del Corriere della Sera serviranno coperture per 21 miliardi di euro per la manovra. Ci sono i 10 miliardi di extra-gettito per la parte finale del 2022, ma non bastano: in totale la legge di Bilancio richiede uno sforzo di circa 40 miliardi, di cui la gran parte destinata a fronteggiare il caro energia.

La tassa sull’e-commerce

Per trovare risorse aggiuntive il governo sta pensando a diverse ipotesi. Meloni ha già annunciato una revisione della tassa sugli extra-profitti per il settore energetico, per recuperare almeno i 10 miliardi previsti da Draghi (finora ne sono entrati solo 2). Poi si ipotizza una nuova tassa sull’e-commerce, che riguarderebbe tutte le spedizioni effettuate con mezzi inquinanti, ovvero non elettrici o ibridi.

Cosa ci sarà nella legge di Bilancio di Giorgia Meloni

Il governo non si può limitare a intervenire contro il caro energia: nella manovra qualche altra misura ci sarà. Innanzitutto è probabile un primo allargamento della flat tax al 15% per le partite Iva: la soglia potrebbe essere innalzata da 65mila a 80 o 100mila euro. In più potrebbe essere introdotta la flat tax incrementale sulla media dei redditi degli ultimi tre anni per tutti.

Quasi certa la proroga del taglio del cuneo fiscale del 2%: si tratterebbe di una conferma degli aumenti di stipendio per i redditi sotto i 35mila euro introdotti dal governo Draghi. Difficile che questa soglia, però, venga innalzata sin da subito. Inoltre la manovra dovrebbe contenere il saldo e stralcio delle cartelle di piccolo importo oltre a una rottamazione quater per quelle più pesanti.

Manovra, come cambia il Superbonus

Il governo vuole modificare il Superbonus e recuperare qualche risorsa dalla misura introdotta dai 5 Stelle. L’ipotesi allo studio è quella di un ridimensionamento per non favorire solamente i più abbienti: si potrebbe limitare l’intervento alle prime case, abbassando la percentuale dei rimborsi all’80% della spesa per i ceto medio-alti e al 100% per i redditi più bassi. Eliminando quindi il bonus del 110%.

Cosa farà il governo Meloni sulle pensioni

Uno dei capitoli più delicati per il nuovo governo è quello delle pensioni. Innanzitutto il governo dovrà mettere in campo le risorse per adeguarle all’inflazione. Poi verranno prorogate le misure in scadenza come Opzione donna, Ape sociale e probabilmente anche la quota 102 (pensione anticipata con almeno 64 anni di età e 38 di contributi), come annunciato da Meloni.

La quota 102 potrebbe essere resa anche più flessibile, con altre combinazioni di età e contributi. Altra idea del governo è quella di premiare chi decide di continuare a lavorare invece di ricorrere all’anticipo pensionistico: chi ha almeno 63 anni di età verrebbe sgravato dal versamento dei contributi Inps, accedendo così a una retribuzione più alta.

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