Bolletta di luce e gas sbagliata, troppo alta o inviata due volte? Bisogna contestare, ecco qual è la procedura da seguire.
Hai ricevuto una bolletta troppo alta e non veritiera, oppure un sollecito di pagamento per una bolletta già pagata. Queste situazioni per quanto spiacevoli sono piuttosto frequenti e richiedono una soluzione, ossia la contestazione.
Bolletta di luce e gas troppo alta: quando si può contestare senza pagare
Se ci si accorge che la bolletta è troppo alta e si presume un errore, ci sono due alternative possibili:
- Pagare e in seguito contestare per ottenere il rimborso.
- Non pagare e contestare la bolletta.
Entrambe le modalità sono valide, ne consegue che è preferibile evitare del tutto il pagamento e contestare la bolletta. Allo stesso tempo, questo è impossibile se si utilizza l’addebito automatico sul conto corrente, oppure anche solo per una disattenzione, perciò il rimborso può essere provvidenziale. Un’ulteriore alternativa è quella di pagare solo una parte della bolletta, cioè quella che si ritiene corretta e procedere alla contestazione per la parte restante.
Questo, tuttavia, non significa che sia possibile contestare una bolletta soltanto per il prezzo elevato. Visti gli accadimenti recenti, infatti, tutte le famiglie hanno subito un aumento dei costi per luce e gas, dovuti proprio all’aumento del prezzo per la materia prima e quindi perlopiù inevitabili. Oltretutto una cifra insolitamente alta potrebbe essere semplicemente dovuta a un maggior consumo, magari per dei nuovi elettrodomestici o una persona in più che vive nell’abitazione, ma anche solo per il conguaglio. La contestazione si può presentare, però, quando l’aumento è dovuto a un errore, ad esempio:
- Consumi più alti rispetto a quelli reali.
- Bolletta inviata due volte.
- Servizi accessori non richiesti.
In ogni caso è quindi fondamentale leggere con attenzione la bolletta, verificando opportunamente tutte le voci di spesa indicate. Una volta compiuto questo passaggio, si può contattare direttamente la fornitura di gas e luce per chiedere spiegazioni. In alcuni casi, infatti, le informazioni della bolletta non corrispondono a quelle in possesso dell’utente per problemi non necessariamente attribuibili al fornitore, come:
- Dispersione elettrica.
- Perdita di gas.
- Guasto nel contatore (caso in cui bisogna pagare e chiedere poi un ricalcolo).
In caso di dubbio, comunque, è bene contattare il fornitore per ricevere delle spiegazioni ed eventualmente procedere al reclamo.
Reclamo e lettera di contestazione
In caso di incongruenze nelle bollette di luce e gas, se le spiegazioni ricevute dal fornitore di servizi – richieste in modo informale - non sono sufficienti bisogna procedere con un vero e proprio reclamo. Quest’ultimo deve essere indirizzato all’Ufficio reclami, ogni società erogatrice indica l’indirizzo e-mail, fax o postale a cui scrivere. Alcune forniture, peraltro, permettono di inserire le ricevute direttamente dall’area clienti del sito web o dell’applicazione dedicata. Questa procedura è sicuramente molto comoda nel caso in cui la società erogatrice non avesse ricevuto un pagamento effettuato.
Se anche il reclamo non è sufficiente, bisogna inviare la lettera di contestazione della bolletta. Quest’ultima deve essere sempre indirizzata all’Ufficio reclami, ma tassativamente con una raccomandata con ricevuta di ritorno o Pec, in quanto è fondamentale rispettare alcune tempistiche.
La lettera di contestazione deve essere scritta con precisione e contenere:
- I dati dell’utente a cui è intestata la fornitura.
- Il codice cliente e quello di contratto attribuiti all’utenza.
- L’indirizzo della fornitura a cui fa riferimento la bolletta che si intende contestare.
- Il codice di contatore che si può trovare direttamente in bolletta, quindi Pod per l’energia elettrica e Pdr per il gas.
- Dati della bolletta contestata, in particolare numero di fattura e data di emissione.
- Motivo del reclamo.
Si spera che, una volta ricevuta la contestazione, la società erogatrice provveda a risolvere il problema. La fornitura, comunque, ha dei tempi precisi entro cui agire, motivo per cui la data di ricezione della contestazione deve essere dimostrabile. Anche l’utente deve però fare attenzione a rispettare i termini, per non rischiare di dover pagare o perdere il rimborso.
Entro quando va contestata la bolletta e tempi di risposta
L’utente deve procedere alla contestazione entro la scadenza della bolletta, ma ha tempo di ricorrere in tribunale fino al termine di prescrizione, pari a 5 anni, passati i quali non è più possibile ottenere il rimborso.
La società erogatrice deve, invece, rispondere al cliente entro 40 giorni dalla ricezione della lettera di contestazione, passati i quali il consumatore acquista il diritto a un risarcimento danni.
Contestare la bolletta di luce e gas in tribunale e procedura di conciliazione
Se la contestazione non va a buon fine, l’utente può tentare una procedura di conciliazione, rivolgendosi a una delle autorità competenti, come Arera o le Camere di commercio convenzionate. La procedura di conciliazione può essere proposta dal cliente entro 1 anno dalla contestazione, e una volta avanzata permette, eventualmente, di ricorrere in tribunale. La procedura giudiziale è sicuramente più dispendiosa perché necessita dell’assistenza legale, ma in caso di ragione il risarcimento danni dovrebbe compensare i pregiudizi subiti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA