Cos’è il dropshipping, come funziona e come avviare l’attività

Emanuele Di Baldo

13 Novembre 2024 - 17:27

Il dropshipping rappresenta un’opportunità interessante, permettendo di avviare un’attività senza investimenti iniziali in magazzino. Ecco come funziona.

Cos’è il dropshipping, come funziona e come avviare l’attività

La crescita del mondo digitale ha creato tantissime nuove opportunità di lavoro che permettono di guadagnare stando comodamente a casa, davanti ad un PC. Un settore che, stando alle stime, contribuisce a un giro d’affari che dovrebbe toccare quota 6,4 trilioni nel 2024. Tra gli e-commerce online, da un po’ di tempo sta andando sempre più di moda una nuova modalità di commercio digitale che è in grado di semplificare moltissimi aspetti organizzativi. Stiamo parlando del dropshipping.

Ma di cosa si tratta? Di fatto è un modello di business che permette di avere un negozio online pur senza possedere materialmente in magazzino il prodotto e senza occuparsi della spedizione. Il compito è «solo» quello di vendere.

Nella nostra guida esploreremo tutti gli aspetti essenziali del dropshipping: dalla definizione alle strategie operative, dai requisiti legali alle tecniche di marketing più efficaci. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è il dropshipping, ovvero vendere online ciò che non si ha

Sappiamo che avviare un negozio online è un po’ come avere un punto vendita fisico con tutte le noie organizzative, logistiche e di magazzino da gestire. Il dropshipping rappresenta la soluzione ideale a tutto ciò. Ma questa parola (in realtà sono due, «drop» e «shipping») viene spesso utilizzata a sproposito, poiché erroneamente connessa a un concetto di guadagno rapido e semplice.

Il dropshipping è definibile come “un modello di business che consente di vendere prodotti online senza possederli fisicamente”.

Questa nuova frontiera del commercio telematico - che, come vedremo, non è semplice come sembra - dà la possibilità a tutti di aprire uno store digitale senza magazzino e prodotto fisico a disposizione. Difatti, in un negozio tradizionale il proprietario dell’attività deve avere un deposito. Quando qualcuno acquista un articolo, il negozio stesso gestisce la transazione e spedisce l’articolo direttamente all’acquirente. Con il dropshipping questo non avviene, dato che il venditore è un intermediario (dropshipper) che si occupa, in sostanza, di far comunicare il fornitore con il cliente.

Come funziona il dropshipping

Il dropshipping è un sistema che coinvolge tre attori principali: il fornitore (dropshipper), il venditore e il cliente finale. Ecco come funziona il processo in modo dettagliato.

  1. Il venditore crea un negozio online e pubblica i prodotti.
  2. Il cliente effettua un acquisto e paga il venditore.
  3. Il venditore inoltra l’ordine al fornitore.
  4. Il fornitore spedisce il prodotto direttamente al cliente.
  5. Il venditore trattiene il margine di guadagno.

Come possiamo osservare, la differenza fondamentale tra dropshipping ed e-commerce tradizionale risiede nella gestione dell’inventario. Nell’e-commerce tradizionale, il venditore acquista e gestisce il proprio magazzino, mentre nel dropshipping questa responsabilità ricade interamente sul fornitore.

Un altro aspetto distintivo riguarda il focus del business: mentre un e-commerce tradizionale può offrire una vasta gamma di prodotti, nel dropshipping è più efficace concentrarsi su una nicchia specifica, costruendo un brand positioning forte e riconoscibile.

Come fare dropshipping: gli step fondamentali da conoscere

Essendo un sistema di business innovativo ma non per questo totalmente recente, ci sono diverse prove che il successo nel dropshipping dipende fortemente dalla scelta degli strumenti giusti e dall’implementazione di processi automatizzati. Oltre, ovviamente, alla materia prima da vendere.

Cosa vendere

Innanzitutto bisogna avere bene in mente la cosiddetta nicchia di mercato e scegliere il settore con le idee chiare. Con il dropshipping, infatti, è possibile vendere una vasta gamma di prodotti: dalle merci di consumo ai beni durevoli, dai prodotti digitali agli articoli di moda. Molto dipende dalla tua area di azione e dalle preferenze dei tuoi potenziali clienti. Alcuni esempi di prodotti popolari includono articoli per la casa e la cucina, accessori di moda, prodotti per la cura personale, elettronica di consumo, articoli per il fitness e molto altro.

È importante fare una ricerca di mercato approfondita per identificare le tendenze e le esigenze dei consumatori, in modo da poter selezionare prodotti che abbiano un buon potenziale di vendita e che rispondano alla domanda del pubblico di riferimento. Scegliendo, ovviamente, i fornitori giusti, con disponibilità del prodotto e cura della spedizione, per poter, conseguentemente, esaltare i punti di forza dell’offerta con una comunicazione efficace e puntuale.

Scelta della piattaforma e-commerce ideale

In secondo luogo - anzi, forse in primo luogo - la scelta della piattaforma è cruciale per il successo del business. Possiamo riassumere questa operazione con alcuni passaggi essenziali che ogni dropshipper dovrebbe avere a mente.

  • Valutare l’integrazione con i fornitori principali.
  • Verificare la presenza di strumenti di automazione.
  • Controllare i costi di gestione e le commissioni.
  • Analizzare la facilità d’uso e personalizzazione.
  • Esaminare le opzioni di pagamento supportate.

Tra le piattaforme ideali, Shopify si distingue per la sua integrazione completa con numerosi fornitori, mentre WooCommerce offre maggiore flessibilità per chi cerca un controllo totale sul proprio store. Ma, sebbene ogni settore abbia le proprie prerogative, esistono anche altri fornitori online molto popolari e che offrono tante possibilità in tal senso.

Tra questi troviamo:

  • AliExpress: una piattaforma online che collega i rivenditori con i produttori e i grossisti principalmente in Cina, offrendo una vasta gamma di prodotti a prezzi competitivi. Per molti, qui si trova la merce più economica;
  • Oberlo: piattaforma integrata con Shopify che permette di importare facilmente prodotti da AliExpress per la vendita tramite dropshipping;
  • SaleHoo: una directory di fornitori affidabili che offre una vasta gamma di prodotti in diverse categorie, aiutando i rivenditori a trovare fornitori di qualità per il loro business di dropshipping a seconda del settore;
  • Doba: altra piattaforma piuttosto conosciuta che connette i rivenditori con migliaia di fornitori. La sede è negli Stati Uniti (Utah) e l’esperienza è più che ventennale;
  • Wholesale2B: dallo Utah a Las Vegas con una piattaforma che offre accesso a oltre 1,5 milioni di prodotti da migliaia di fornitori, per un servizio di e-commerce ideale per selezionare e vendere prodotti attraverso il dropshipping;
  • Fulfillment by Amazon o FBA: ovviamente, non poteva mancare l’e-commerce più famoso del mondo. Per fare dropshipping si può fare affidamento sul servizio di logistica Amazon, pagando una commissione variabile tra il 10% e il 15% sul prezzo di vendita del prodotto.

Integrazione con fornitori e gestione del catalogo e degli ordini

Esistono, poi, altri aspetti essenziale per un dropshipping trasparente, duraturo e, soprattutto, di successo. Uno di questi è sicuramente la gestione efficace del catalogo prodotti.

I moderni software di dropshipping offrono funzionalità avanzate che semplificano notevolmente questo processo, come:

  • sincronizzazione automatica dell’inventario;
  • aggiornamento prezzi in tempo reale;
  • importazione prodotti con un click (o automatizzata);
  • gestione delle descrizioni multilingua;
  • monitoraggio della disponibilità dei prodotti.

Si può, inoltre, affermare che l’automazione è la chiave per scalare un business di dropshipping. La quasi totalità dei sistemi moderni permette di automatizzare diverse operazioni critiche, riducendo significativamente il tempo dedicato alla gestione quotidiana.

Magari si dovrà utilizzare un po’ di tempo, soprattutto per chi è alle prime armi, alla sincronizzazione iniziale e allo studio dei sistemi automatici, ma ciò può ridurre fino al 70% il tempo dedicato alla gestione degli ordini, permettendo di concentrarsi sulle attività strategiche come il marketing e l’espansione del business.

Dropshipping e tasse: gli adempimenti fiscali e non solo

Fare dropshipping in Italia è legale. Tuttavia, come ogni azienda che viene aperta sul suolo italiano, anche questa attività necessita - tra le altre cose - di essere legalmente registrata e di essere conforme alle norme vigenti in ambito fiscale.

In particolare, è necessario:

  • aprire partita IVA con codice Ateco 47.91.10, ossia “Commercio al dettaglio di prodotti via Internet";
  • iscriversi al registro delle imprese presso la Camera di Commercio del proprio capoluogo di provincia;
  • iscrivervi alla gestione INPS commercianti;
  • presentare la segnalazione certificata di inizio attività presso lo Sportello Unico Attività Produttive del Comune dove si intende stabilire la sede legale dell’impresa;
  • scegliere il regime fiscale applicabile, per il quale è consigliabile farsi consigliare dal proprio commercialista di fiducia.

Costi del Dropshipping

Aprire un negozio in dropshipping è molto meno costoso rispetto ad aprire uno store tradizionale che sia fisico o esclusivamente digitale.

Se vogliamo fare una stima dei guadagni, possiamo sommariamente dire che i margini di profitto nel dropshipping oscillano mediamente tra il 10% e il 30% per ogni prodotto venduto. E questo varia in base agli inevitabili costi da sostenere per tenere in piedi l’attività.

La struttura delle spese, infatti, si compone di diversi elementi.

  • La prima voce di spesa è rappresentato dalla creazione dell’e-commerce, se si sceglie questa via. Quindi: acquisto di dominio, hosting e piattaforma che permetta la creazione e la gestione di un negozio online. Chi mastica un po’ di informatica e di digitale, seguendo i consigli che si trovano anche online gratuitamente, può aprire un e-commerce da solo senza l’ausilio di uno specialista. Questo permetterà di risparmiare e di partire subito.
  • Poi ci sono i costi burocratici dovuti all’apertura della P.IVA o di una società.
  • Ovviamente vanno considerate le commissioni da corrispondere al fornitore, oltre a eventuali costi aggiuntivi per l’utilizzo dei loro servizi di dropshipping.
  • E poi ci sono i costi di marketing, vitali per promuovere il tuo negozio online e aumentare le vendite; potresti dover investire in pubblicità online, SEO, marketing sui social media e altre strategie.

I vantaggi del dropshipping per venditore e fornitore

Facendo dropshipping, il venditore si libera sostanzialmente di alcune spese e di alcune responsabilità, che vengono affidate al fornitore. In particolare, il venditore non deve ordinare la merce da tenere in magazzino e gestire quest’ultimo, il che comporta una voce di spesa in meno. Inoltre, il venditore non deve occuparsi dell’aspetto logistico, ossia della spedizione.

Queste minori responsabilità si concretizzano in minori spese iniziali e quindi in più brevi tempi per il primo guadagno. Il carico di lavoro, almeno inizialmente, dovrebbe essere piuttosto gestibile, il che non rende necessaria l’assunzione di eventuali collaboratori e, quindi, di una spesa maggiore.

In ambito di dropshipping, pensare che l’unico ad avere vantaggi sia il venditore è errato, poiché ce ne sono anche alcuni per il fornitore. Tra questi, il più importante è senza dubbio quello di avere un maggior numero di clienti grazie all’attività di dropshipping. I venditori che utilizzano questo modello di business sono sempre alla ricerca di nuovi fornitori più affidabili, rapidi e con prodotti migliori.

I rischi del dropshipping per venditore e consumatore

Il dropshipping in Italia è visto in maniera ambigua: alcuni pensano - erroneamente - che sia un ottimo modo per diventare ricchi in poco tempo e senza rischi, mentre altri - pochi - lo conoscono per ciò che è: un modo per fare business come gli altri.

Se, infatti, questo modo di fare e-commerce è visto con sospetto in Italia, la colpa è riconducibile a delle persone che, online, hanno iniziato a far circolare il messaggio che il dropshipping è un metodo da utilizzare per arricchirsi in maniera facile e veloce senza alcun rischio.

Così non è. Questo business model, infatti, potrebbe presentare molte criticità che è fondamentale considerare. Il metodo con cui queste persone cercano di diffondere le loro “conoscenze” si concretizza mediante corsi, acquistabili pagando ingenti somme di denaro e mediante consulenze, per cui chiedono cifre che fanno girare la testa.

Trattare il dropshipping senza tuttavia considerare i rischi ad esso connessi è fuorviante. In primis, il settore degli e-commerce basati su dropshipping presenta molta concorrenza, poiché ha bassi costi d’ingresso e buone possibilità di resa. I venditori, pur di imporsi sul mercato, sono disponibili a guadagnare cifre sempre minori, con il solo obiettivo di assicurarsi qualche cliente in più, il che fa sì che, sul lungo termine, il guadagno sia superficiale, se non insufficiente a mantenere l’attività operativa.

In secondo luogo, anche l’affidabilità dei fornitori rappresenta un rischio da non trascurare, specialmente se questi si trovano fuori dall’Unione Europea, poiché potrebbe essere difficile contattarli e tenere traccia della loro disponibilità.

C’è, infine, anche un rischio per il consumatore: qualora il prodotto ordinato venga spedito da un Paese extra europeo, è possibile che il costo delle spese doganali ricada sul consumatore, facendogli perdere interesse per il prodotto data l’elevata spesa.

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