Cosa fare quando il cane muore: gli adempimenti burocratici necessari dal certificato del decesso a dove seppellire il cane. Ecco tutto quello che serve sapere.
I cani diventano parte integrante della famiglia e riescono a instaurare profondi rapporti di affetto con le persone. Per questo motivo molti cercano di non pensare al momento in cui dovranno dividersi e non sanno cosa fare se il cane muore. Oltre a un profondo dolore, questa situazione porta inevitabilmente a degli adempimenti burocratici da compiere.
Per analizzare cosa bisogna fare in questi casi è opportuno distinguere fra le due differenti modalità con cui il cane può morire: per cause naturali, come la vecchiaia o una malattia, oppure l’eutanasia, necessaria in alcuni casi per evitare di prolungare le sofferenze dell’animale malato.
Burocrazia necessaria se il cane muore
Il primo passo indispensabile da compiere quando ci si accorge che il cane è morto o ne si ha il dubbio, è quello di richiedere la visita di un professionista. Dunque sarà indispensabile portare il cane dal veterinario o richiedere la visita a domicilio. In questo modo potrà essere rilasciato il certificato ufficiale di morte. Il certificato del decesso, oltre ad accertare la morte naturalmente, deve contenere:
- Le cause del decesso.
- I dati del cane.
- L’identità ufficiale dell’animale, rintracciabile da un tatuaggio o da un microchip di riconoscimento.
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È il veterinario a controllare personalmente queste informazioni prima di rilasciare il documento. Quest’ultimo, poi, dovrà essere consegnato all’Asl secondo i tempi e le procedure specifiche di ogni regione, di prassi entro un arco di tempo compreso fra i 3 e i 15 giorni dal giorno del decesso. L’Azienda sanitaria una volta ricevuto il certificato potrà dunque procedere alla cancellazione dell’animale dall’anagrafe canina. Si tratta comunque di una procedura prevista esclusivamente per i cani, non necessaria per gli altri animali domestici come i gatti.
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Un’informazione fondamentale che il certificato di morte deve necessariamente contenere è che il cane non abbia morso altri cani o persone negli ultimi 15 giorni prima della morte. Si tratta di un fattore davvero molto importante, perché non è possibile sopprimere un cane che ha morso qualcuno prima di accertare che non avesse contratto la rabbia, e dunque contagiato altri esseri viventi.
In caso di morte naturale non ci sono particolari problematiche correlate, appunto perché si tratta di un evento inevitabile e imprevedibile. Se il cane, invece, è stato soppresso è fondamentale non omettere le informazioni sulla rabbia nel certificato, in quanto la responsabilità potrebbe ricadere sia sul proprietario che sul veterinario che ha provveduto all’eutanasia.
Dove seppellire il cane
Svolti i principali adempimenti burocratici, è fondamentale preoccuparsi su dove seppellire il cane. Esistono sostanzialmente quattro alternative in merito per scegliere il luogo migliore. Se il proprietario dispone di un giardino privato, ad esempio, può decidere di seppellire lì l’animale senza alcun problema, purché venga allertato il veterinario, così che l’Asl possa provvedere alla disattivazione del microchip.
Per seppellire il cane nel giardino non ci sono poi particolari precauzioni, se non quella di scavare una buca sufficientemente profonda da impedire che il cane venga dissotterrato da altri animali. Non si può procedere in questo modo, tuttavia, se l’animale è morto a causa di una malattia infettiva, in quanto con la decomposizione potrebbe alterare e inquinare le falde acquifere.
La seconda alternativa è di rivolgersi direttamente al veterinario, così che il corpo del cane possa essere trasferito presso un’apposita ditta per la cremazione. In questo caso sarà necessario pagare la quota di smaltimento, che è l’opzione più economica per chi non dispone di un giardino, ma non permette di avere indietro le ceneri dell’animale.
Chi vuole conservare le ceneri, invece, può rivolgersi direttamente a un centro di cremazione singola, ma in questo caso il costo sarà decisamente più gravoso. Altrimenti, è possibile portare il corpo anche a un cimitero per animali, presentando il certificato di morte. In quest’ultimo caso sarà possibile disporre di una tomba da visitare per 5 anni, ma il costo è proporzionale.
In caso di eutanasia la prassi è pressoché identica, ma naturalmente molto più breve perché la pratica sarà automaticamente certificata dal veterinario.
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