Gli swap sono strumenti finanziari molto importanti per diverse strategie di investimento. Ecco come funzionano, qual è la loro definizione e a cosa servono.
Chi opera in borsa sa che gli strumenti derivati svolgono un ruolo cruciale nella gestione del rischio e nell’ottimizzazione delle strategie di investimento. Tra questi emergono sicuramente gli swap, degli accordi fondamentali che consentono a istituzioni finanziarie, aziende e investitori di scambiarsi flussi di cassa o attività finanziarie secondo termini prestabiliti.
Ma perché è così importante conoscerli? Ovviamente, per l’uso che se ne fa e per la crescente rilevanza che questi derivati hanno acquisito negli ultimi decenni nei mercati finanziari globali, di pari passo con l’aumento di complessità e varianti. Il tutto per non compromettere una gestione finanziaria efficiente, di qualsiasi natura.
Come vedremo, gli swap permettono di mitigare rischi specifici, come le fluttuazioni dei tassi di interesse o delle valute, e di accedere a opportunità di arbitraggio e speculazione. Ecco, allora, una panoramica dettagliata sugli swap: esploriamo le loro definizioni, le diverse tipologie, le applicazioni pratiche e le modalità di investimento possibili.
Cosa sono gli swap in finanza: significato e definizione
In ambito finanziario, è possibile dare una definizione precisa e generale per questo strumento:
uno swap è un contratto derivato attraverso il quale due parti si accordano per scambiarsi flussi di cassa o attività finanziarie a date future prestabilite, secondo termini specifici. Il termine «derivato» indica che il valore dello swap deriva da un’attività sottostante, che può includere tassi di interesse, valute, materie prime o altri strumenti finanziari.
Gli swap sono utilizzati principalmente per gestire il rischio associato a variazioni nei mercati finanziari, consentendo alle parti coinvolte di ottenere condizioni più favorevoli o di proteggersi da fluttuazioni sfavorevoli.
La struttura di uno swap prevede generalmente lo scambio di flussi di cassa tra le due controparti. Ad esempio, in un interest rate swap, una parte potrebbe accettare di pagare un tasso di interesse fisso in cambio di un tasso variabile pagato dall’altra parte. Questo tipo di accordo consente alle parti di modificare la loro esposizione ai tassi di interesse senza dover alterare le loro posizioni debitorie o creditizie esistenti.
Gli swap sono strumenti personalizzabili, il che significa che i termini dell’accordo possono essere adattati alle esigenze specifiche delle controparti coinvolte. Tuttavia, questa flessibilità comporta anche una complessità maggiore rispetto ad altri strumenti finanziari standardizzati. È importante notare che, essendo contratti over-the-counter (OTC), gli swap non sono negoziati su mercati regolamentati, il che comporta un rischio di controparte più elevato.
E dal punto di vista normativo? Gli swap sono soggetti a regolamentazioni specifiche che variano a seconda della giurisdizione. Ad esempio, negli Stati Uniti, la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) e la Securities and Exchange Commission (SEC) regolamentano diversi aspetti degli swap, mentre in Europa la regolamentazione è affidata all’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA). Tutte le regolamentazioni mirano a garantire la trasparenza e a ridurre il rischio sistemico associato a questi strumenti complessi.
I principali tipi di contratti swap e come funzionano
Ma gli swap non sono tutti uguali. Abbiamo parlato di complessità e varianti e, proprio per questo, in finanza si distinguono differenti tipologie di swap che identificano varie sfaccettature. Ciascun tipo è progettato per soddisfare esigenze specifiche di gestione del rischio o di investimento. Ecco le principali categorie di swap da conoscere e riconoscere, con qualche esempio utile per capirne il funzionamento.
Interest Rate Swap (IRS)
Gli Interest Rate Swap sono tra gli swap più comuni e coinvolgono lo scambio di flussi di cassa basati su tassi di interesse. In un IRS tipico, una parte paga un tasso di interesse fisso, mentre l’altra paga un tasso variabile, solitamente legato a un indice di riferimento come il LIBOR o l’EURIBOR. Questo tipo di swap è utilizzato principalmente per gestire l’esposizione ai tassi di interesse.
- Esempio: un’azienda con un prestito a tasso variabile potrebbe entrare in un IRS per pagare un tasso fisso e ricevere un tasso variabile, stabilizzando così i suoi costi di interesse.
Currency Swap
I Currency Swap comportano lo scambio di capitale e interessi in due valute diverse. Le controparti si accordano per scambiarsi pagamenti di interessi in valute differenti e, alla scadenza del contratto, restituiscono i capitali iniziali scambiati. Questi swap sono utilizzati per gestire il rischio di cambio e per ottenere finanziamenti in valute estere a condizioni più favorevoli.
- Esempio: un’azienda europea che necessita di dollari statunitensi potrebbe scambiare euro con un’azienda americana che necessita di euro, con ciascuna parte che paga interessi nella valuta ricevuta.
Commodity Swap
I Commodity Swap coinvolgono lo scambio di flussi di cassa legati al prezzo di una materia prima, come il petrolio o il gas naturale. In genere, una parte paga un prezzo fisso per la commodity, mentre l’altra paga un prezzo variabile basato sul mercato. Questi swap sono utilizzati da produttori e consumatori di materie prime per proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi.
- Esempio: una compagnia aerea potrebbe utilizzare un commodity swap per fissare il prezzo del carburante, pagando un prezzo fisso e ricevendo pagamenti basati sul prezzo variabile del mercato.
Credit Default Swap (CDS)
Tra gli swap più conosciuti, i Credit Default Swap sono strumenti derivati che fungono da assicurazione contro il rischio di default di un’entità emittente, come un’azienda o un governo. In un CDS, l’acquirente del contratto paga premi periodici a un venditore (solitamente una banca o un’istituzione finanziaria) in cambio della protezione contro il mancato pagamento del debito sottostante.
- Esempio: un investitore che detiene obbligazioni emesse da una società con un elevato rischio di insolvenza può acquistare un CDS per proteggersi dal rischio di default. Se l’azienda fallisce, il venditore del CDS paga all’investitore un importo predeterminato per compensare la perdita.
I CDS sono stati ampiamente utilizzati nei mercati finanziari globali, ma hanno anche suscitato controversie, specialmente dopo la crisi finanziaria del 2008, quando sono stati accusati di amplificare il rischio sistemico.
A cosa servono gli swap?
Abbiamo in parte già parlato del perché e del come vengono usati gli swap; se dovessimo centrare i diversi scopi finanziari, però, potremmo racchiudere i più importanti in quattro macroaree.
Gestione del rischio finanziario
- Le aziende e le istituzioni finanziarie utilizzano gli swap per coprirsi dai rischi legati ai tassi di interesse, ai tassi di cambio e ai prezzi delle materie prime. Ad esempio, un’azienda con un debito a tasso variabile potrebbe voler bloccare i suoi costi finanziari attraverso un Interest Rate Swap.
Arbitraggio e speculazione
- Gli investitori istituzionali utilizzano gli swap per sfruttare opportunità di arbitraggio tra mercati diversi. Ad esempio, se il tasso di interesse in un paese è inferiore rispetto a un altro, un trader potrebbe utilizzare un Currency Swap per prendere in prestito nella valuta a basso interesse e investire in quella ad alto rendimento, ottenendo un profitto.
Ottimizzazione del finanziamento aziendale
- Molte imprese utilizzano i Currency Swap per ottenere finanziamenti più convenienti. Se un’azienda europea desidera finanziarsi in dollari USA ma non ha accesso diretto a tassi favorevoli, può scambiare obbligazioni con una società americana che vuole ottenere euro a tassi più bassi.
4 Copertura del rischio di credito
- I Credit Default Swap consentono agli investitori di proteggersi dal rischio di insolvenza di obbligazioni o prestiti in portafoglio. Le banche, ad esempio, utilizzano i CDS per ridurre la loro esposizione a crediti rischiosi.
Come e dove investire in swap?
Investire in swap non è semplice per un investitore retail, poiché questi strumenti sono spesso riservati agli operatori istituzionali. Tuttavia, esistono diverse modalità per accedervi.
- Mercato Over-the-Counter (OTC): come anticipato, gli swap vengono tradizionalmente scambiati sui mercati OTC, ovvero attraverso contratti privati tra istituzioni finanziarie, hedge fund e grandi aziende. A causa della loro personalizzazione, questi contratti non sono standardizzati e possono avere un rischio di controparte significativo.
- Piattaforme di trading regolamentate: dopo la crisi del 2008, molte giurisdizioni hanno imposto la compensazione centralizzata di alcuni tipi di swap per ridurre il rischio di controparte. Oggi esistono piattaforme come Swap Execution Facilities (SEF) negli Stati Uniti, regolamentate dalla CFTC, che permettono di negoziare determinati swap in modo più trasparente.
- ETF e fondi comuni: alcuni fondi di investimento utilizzano swap per replicare l’andamento di indici o asset specifici. Ad esempio, gli ETF basati su swap utilizzano contratti swap con istituzioni finanziarie per ottenere esposizione a un indice di mercato senza acquistare direttamente i titoli sottostanti.
- Derivati quotati in borsa: per gli investitori retail, la forma più accessibile di investimento in swap può essere attraverso strumenti derivati standardizzati, come i futures e le opzioni su tassi di interesse e valute, che possono offrire un’esposizione simile agli swap ma con maggiore trasparenza e minore rischio di controparte.
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