Cosa succede se un erede muore prima del testatore?

Ilena D’Errico

17 Marzo 2023 - 21:09

Uno degli eredi indicati nel testamento è morto: ecco come si divide l’eredità a seconda dei casi.

Cosa succede se un erede muore prima del testatore?

L’eredità non è mai un problema banale, anche perché le problematiche burocratiche e legislative incidono sugli eredi in un momento particolarmente delicato. Nella circostanza più semplice che si possa immaginare il defunto ha lasciato un testamento presso il notaio, disponendo delle sue volontà senza ledere le quote di legittima. Ecco che, anche in questo caso, la situazione può complicarsi, ad esempio quando uno degli eredi designati è deceduto. Come si divide l’eredità in questi casi?

In realtà, stabilire a chi va l’eredità se un erede muore prima del testatore non è possibile con sicurezza, in quanto il lascito ereditario è sottoposto all’accettazione degli eredi. Bisogna più propriamente parlare di chiamati all’eredità e quindi chiedersi chi avrà la possibilità di accettare l’eredità al posto dell’erede defunto.

Come si divide l’eredità se uno degli eredi è morto?

La successione in caso di erede defunto può articolarsi in modi differenti, a seconda delle situazioni. In ogni caso, la quota ereditaria dell’erede defunto sarà necessariamente destinata a un altro soggetto, che può decidere se accettarla o meno. In altre parole, l’eredità dell’erede morto non va persa. Più nello specifico può avvenire:

  • La sostituzione testamentaria.
  • La rappresentazione.
  • L’accrescimento tra eredi.
  • La successione legittima.

La sostituzione testamentaria in caso di erede deceduto

La sostituzione testamentaria è sicuramente la più semplice e immediata tra le soluzioni circa la successione dell’erede defunto. Come è evidente dal nome stesso, la sostituzione testamentaria si applica quando il testamento indica espressamente un erede sostituto a quello prioritario. Si tratta di una sorta di riserva, in effetti, il cui diritto a succedere al posto dell’altro erede può essere subordinato dal testatore a diverse condizioni.

La previsione del decesso dell’erede forse non è molto comune, a meno che l’erede avesse già precarie condizioni di salute oppure fosse molto anziano al momento del testamento. Come già detto, però, il testatore può indicare la sostituzione anche per diversi motivi, che la legge in caso di dubbio tende ad accomunare, in favore del sostituto.

Se, ad esempio, il testatore ha dichiarato che il sostituto dovrà succedere soltanto per la morte dell’erede, la stessa regola verrà applicata anche se l’erede dovesse semplicemente rifiutare l’eredità. Questo principio fa tuttavia eccezione nel caso in cui il testatore abbia lasciato espressa volontà contraria. Trattandosi di una sostituzione, la quota patrimoniale del sostituto sarà in tutto e per tutto identica a quella del primo erede.

La rappresentazione ereditaria

La rappresentazione ereditaria si applica a casi molto specifici e si chiama in questo modo perché simula l’accettazione dell’eredità da parte dell’erede defunto. In altre parole, dato che l’erede è morto, la sua quota ereditaria segue le regole di successione del suo stesso patrimonio. La quota potrà quindi senza dubbio essere ricevuta dai figli, ad esempio. Questo principio è però valido soltanto al presentarsi di alcune condizioni, in particolare:

  • L’erede morto prima del testatore ha discendenti.
  • Il primo chiamato deceduto è anche figlio del defunto, sorella, fratello o discendente della sorella/fratello.

In questi casi i soggetti rappresentanti subentrano nella successione a seconda del grado di parentela con il proprio ascendente, senza limiti di grado.

Accrescimento tra coeredi

L’accrescimento tra coeredi è l’ultimo rimedio indicato dal Codice civile per consentire la sostituzione del defunto nell’assetto patrimoniale ereditario. Questo fenomeno si applica quando non sono possibili né la sostituzione testamentaria né la rappresentazione, purché vi siano alcuni presupposti:

  • Un testamento che nomina diversi eredi.
  • Il testamento dispone un’universalità di beni in favore degli eredi in parti uguali (o senza specificazioni in merito).
  • La volontà del testatore non è contraria all’accrescimento.

L’accrescimento serve quindi ad ampliare il lascito ereditario degli altri coeredi, con la quota dell’erede defunto.

La successione legittima

Quando le soluzioni sopraindicate non sono possibili, si attua la successione legittima. La quota dell’erede defunto segue le regole di successione del Codice civile, le medesime che si applicano in mancanza di testamento.

Argomenti

Iscriviti a Money.it