Aumentano i rischi di una guerra nucleare e l’Italia purtroppo non è un Paese sicuro: perché potremmo essere un obiettivo della Russia e dove poter scappare.
La guerra nucleare non è più solo un argomento da film hollywoodiano, ma un agghiacciante tema d’attualità visto che il conflitto in corso tra Ucraina e Russia da tempo si è incanalato lungo il tetro binario dell’escalation.
È inutile girarci troppo intorno: Putin sta vincendo la guerra e l’unico modo per l’Occidente di impedire un successo russo è quello di inviare proprie truppe in Ucraina, ipotesi questa di recente più volte evocata da Macron.
Questo vuol dire che presto potrebbero materializzarsi tutti i peggiori incubi bellici, con una guerra diretta tra due o più potenze nucleari tra cui quella - la Russia - con l’arsenale atomico più imponente al mondo.
Negli ultimi decenni lo spauracchio di una guerra nucleare è stato un sinonimo di deterrenza; l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia però ha spazzato via ogni equilibrio geopolitico costruito dai tempi della Cortina di Ferro.
Le minacce da parte di Mosca e le esercitazioni con tanto di simulazione di utilizzo di armi tattiche nucleari, potrebbero essere iscritte di diritto nel novero della deterrenza se non stessimo ballando da oltre due anni sul pericoloso filo di una guerra mondiale.
In questo scenario, per diversi analisti l’Italia potrebbe essere un bersaglio della Russia in caso di una guerra nucleare: non a caso il nostro Paese da mesi ha messo a punto un piano in caso di attacco con armi atomiche, ma nello Stivale c’è grande penuria di bunker e di rifugi.
Guerra nucleare: i rischi per l’Italia
Vladimir Putin non è di certo il leader più rassicurante al mondo, ma il presidente russo è ben conscio di quello che significherebbe - per l’umanità intera - dare il via a un’apocalittica guerra nucleare.
Se però la Russia dovesse ritrovarsi militarmente spalle al muro a causa di un intervento della Nato, ecco che allora Putin potrebbe considerare l’opzione nucleare pur di non vedere la Federazione cadere a pezzi.
Se mai Vladimir Putin dovesse premere il pulsante rosso, stando a uno studio dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo - IRIAD - la Russia “con molta probabilità andrebbe a colpire le basi militari dislocate nei Paesi europei aderenti al Patto Atlantico, in modo da danneggiare le forze armate e gli arsenali della coalizione”.
In Italia di conseguenza i primi “obiettivi a essere colpiti sarebbero senz’altro Ghedi e Aviano, ovvero le due basi sul territorio italiano dove sono stoccate bombe nucleari statunitensi”.
Altri possibili tragici obiettivi in Italia di una guerra nucleare sarebbero “ Vicenza (Caserma del Din e Caserma Ederle), Livorno (Camp Darby), Gaeta, Napoli (Naval Support Activities Naples), Taranto e Sigonella (Naval Air Station Sigonella)”.
Dove scappare in caso di guerra nucleare?
Giusto per rendere l’idea di quale catastrofe sarebbe una guerra nucleare in Italia, le conseguenze simulate dall’Archivio Disarmo sono da far tremare i polsi. “Nel caso di Ghedi - si legge - Si stima che l’esplosione dell’ordigno provocherebbe 450 morti e 3.220 feriti. Per quel che riguarda la base aerea di Aviano, i risultati sarebbero essenzialmente molto simili: in questo caso le vittime provocate dall’esplosione sono quantificate in 710 morti e 2.210 feriti”.
Un attacco nucleare a Napoli provocherebbe circa 21.000 morti e 109.000 feriti, a Vicenza 12.000 morti e 45.000 feriti, a Gaeta 12.000 morti e 5.000 feriti e a Taranto 7.500 morti e quasi 27.000 feriti.
In totale in Italia una guerra nucleare, nel suo primo atto, provocherebbe subito 55.000 morti e oltre 190.000 feriti “come solo effetto delle detonazioni degli ordigni (di natura “tattica” e quindi incomparabilmente più contenuti rispetto agli omologhi strategici) sulle nostre basi militari più importanti dislocate lungo tutta la Penisola, da Nord a Sud”.
Una domanda così sorge spontanea: dove scappare in caso di guerra nucleare? Se le nostre Regioni già hanno fatto scorta di pasticche di iodio - da assumere subito dopo un’esposizione a delle radiazioni -, in Italia a differenza della Svizzera c’è penuria di bunker con i pochi esistenti che sono datati e i meno agée risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.
In una situazione del genere non sarebbe facile anche scappare dall’Italia magari per rifugiarsi in qualche sperduta isola tropicale, oppure in alternativa verso la pacifica e remota Islanda.
Per chi allora volesse costruire un proprio rifugio a prova di bomba atomica, spulciando in rete i costi non sembrerebbero essere alla portata di tutti: si parte da un minimo di 80.000 euro, con la spesa media che si aggira tra i 2.000 e i 3.000 euro al metro quadro.
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