È il giorno della Fed, ci sarà la pausa nel rialzo tassi? Cosa succede nei mercati

Violetta Silvestri

14/06/2023

Nel giorno in cui la Fed rivelerà la sua decisione sui tassi, i mercati si aspettano una svolta accomodante, con una pausa nei rialzi: sarà davvero così? Come si muovono le Borse nell’attesa.

È il giorno della Fed, ci sarà la pausa nel rialzo tassi? Cosa succede nei mercati

Nel giorno della decisione della Federal Reserve, i mercati aspettano una svolta accomodante.

Un indice delle azioni asiatiche è salito per il quarto giorno tra le scommesse per una politica monetaria di sostegno da parte delle banche centrali in Cina e Giappone e una pausa negli aumenti dei tassi di interesse nella decisione di Powell e degli altri membri Usa.

Il Topix giapponese è salito di oltre l’1% estendendo il suo massimo di tre decenni. Anche l’indicatore di riferimento australiano è avanzato. Le azioni di Hong Kong e Shanghai hanno oscillato, riflettendo il dibattito su quanto stimolo può fare per rinvigorire veramente l’economia cinese.

I guadagni in Asia hanno seguito il quarto aumento consecutivo dell’S&P 500, la sua serie vincente più lunga dall’inizio di aprile. Si sta avvicinando alla soglia dei 4.400, un livello a cui non viene scambiato da più di un anno.

Tutta l’attenzione degli investitori è per la decisione Fed sui tassi, che verrà ufficializzata stasera: sarà davvero arrivato il momento di mettere in pausa gli aumenti? Cosa succede nei mercati e perché c’è un cauto ottimismo.

Mercati in attesa della Fed sperano nella svolta: cosa succede?

Secondo un’analisi su Reuters, la frenesia intorno alla riunione di oggi della Fed è stata sovraccaricata dai dati sull’inflazione sorprendentemente deboli di ieri, che hanno visto i trader quasi eliminare ogni residuo di scommesse sull’aumento dei tassi.

L’attenzione degli investitori è tutta concentrata sul linguaggio che verrà usato dagli investitori, con molta attenzione alla recente preferenza dei funzionari della Fed per l’espressione leggermente più aggressiva “saltare” invece di “mettere in pausa”, per rafforzare l’idea che il ciclo di inasprimento non sia ancora terminato.

I dati che mostrano un rallentamento dell’inflazione statunitense sono stati la conferma che la Fed manterrà i tassi nell’intervallo 5%-5,25%. I trader di swap stimano le probabilità di un aumento solo del 10%, pur vedendo il potenziale per una mossa al rialzo a luglio.

L’“indicatore della paura” di Wall Street – il Cboe Volatility Index – è sceso sotto 15, contro una media di 23 dell’anno passato, sottolineando il supporto per gli asset rischiosi.

In questa cornice, il dollaro continua a calare, languendo vicino ai minimi di più settimane rispetto all’euro e alla sterlina.

Da osservare c’è anche la produzione industriale dell’area euro per aprile, un giorno prima della decisione della Bce, con un aumento di un quarto di punto dato per scontato e con l’unico punto in discussione sul prossimo aumento, se a luglio o settembre.

Infine in Asia, la Banca popolare cinese dovrebbe tagliare giovedì il suo tasso di prestito a medio termine, mentre la Banca del Giappone dovrebbe mantenere invariata la sua politica ultra-espansiva venerdì.

La Cina si concentrerà molto probabilmente sui consumatori nel lanciare il prossimo stimolo, secondo Aisa Ogoshi, gestore del portafoglio di azioni asiatiche presso JPMorgan Asset Management. “Non possiamo aspettarci il tipo di stimolo che abbiamo visto in passato, vale a dire lo stimolo guidato dal settore immobiliare”, ha detto a Bloomberg Television.

Passato il vento delle banche centrali, non c’è dubbio che i mercati si concentreranno sempre di più sulle mosse del dragone.

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