In attesa dell’inflazione Usa, i mercati oggi affondano

Violetta Silvestri

10/05/2023

I mercati oggi viaggiano in rosso e guardano agli Usa per gli attesi dati dell’inflazione: cosa sta per accadere nelle Borse mondiali? Tra mosse Fed e crisi del debito, gli Stati Uniti sono in focus.

In attesa dell’inflazione Usa, i mercati oggi affondano

Nel giorno dell’inflazione Usa, i mercati dell’Asia-Pacifico crollano.

Gli investitori attendono con interesse i dati sui prezzi al consumo degli Stati Uniti per indizi sul percorso futuro per l’inflazione e, per estensione, sulle mosse della Federal Reserve.

Gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono che l’inflazione sia aumentata dello 0,4% su base mensile ad aprile e del 5% su base annua. I prezzi core, che escludono le componenti alimentari ed energetiche volatili, dovrebbero salire dello 0,4%.

La potenza americana resta sotto i riflettori in questo delicato e complesso momento: dalla crisi per il mancato accordo sul tetto al debito, con la potenzialità di trasformarsi in catastrofe economica, fino alle decisioni di Powell sui tassi, la finanza globale è legata alle sorti degli Usa.

I mercati oggi fiutano incertezza, con la potenza americana in primo piano.

Inflazione Usa: c’è attesa, cosa succede nei mercati oggi?
I dati odierni sull’inflazione potrebbero offrire una scossa ai mercati se il fattore sorpresa sarà abbastanza grande (con un aumento dei prezzi oltre le attese).

Come osserva Joe Capurso della Commonwealth Bank of Australia su Reuters, dalla Fed di Cleveland si prevede un aumento dell’IPC core e, se ciò accadesse, potrebbe annullarsi l’ipotesi del mercato che i rialzi dei tassi di interesse statunitensi siano finiti.

Il capo della Fed di New York, John Williams, ha affermato che la banca centrale dipende dai dati e ha lasciato la porta aperta sulle probabilità di una pausa nei rialzi. Gli swap suggeriscono che i trader si aspettano tagli di almeno 50 punti base entro la fine del 2023. Williams ha affermato di essere concentrato sui segnali di una stretta creditizia.

“Tutto ciò che è stato finanziato negli ultimi anni, sia con rendimenti a breve termine che con tassi variabili, è a rischio in questo ambiente”, ha dichiarato Alexandre Tavazzi, capo dell’ufficio investimenti di Pictet Wealth Management, a Bloomberg Television. “Se l’inflazione rimane ad un livello elevato, per definizione le banche centrali rimarranno dove sono ai livelli attuali”.

Al di là dei dati sull’inflazione, i rischi di insolvenza degli Stati Uniti e le oscillazioni bancarie stanno esacerbando il nervosismo. Gli investitori stanno finora evitando i Buoni del Tesoro che maturano intorno alla «data X» quando il governo degli Stati Uniti non avrà più la liquidità necessaria per le incombenze federali, prevista per l’inizio di giugno.

La maggior parte degli analisti pensa che, come in passato, verrà trovata una soluzione all’ultimo minuto. Ma i nervi stanno iniziando a logorarsi, soprattutto perché il presupposto che il governo degli Stati Uniti paghi il proprio debito in tempo è il fondamento di gran parte dell’attività del mercato globale.

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