“Comprate USA per evitare una guerra commerciale contro Trump”. Così la presidente della BCE Lagarde. Tra i consigli per gli acquisti, shopping di gas naturale e armi.
Non lanciatevi in una guerra commerciale contro gli Stati Uniti di Donald Trump: piuttosto, comprate i prodotti americani. Parola di Christine Lagarde, che ha dato questo consiglio all’Europa che si appresta a fare i conti con la minaccia dei dazi sbandierata dal presidente eletto in USA.
La numero uno della Banca centrale europea, già criticata aspramente da diversi governi dell’Eurozona particolarmente dovish, in primis dal governo Meloni, per non avere ancora sfoderato un vero e proprio bazooka monetario per blindare il PIL del blocco dal rischio di una recessione, ha sfornato la raccomandazione in occasione di un’intervista rilasciata al Financial Times.
“Buy American to Avoid Trump Trade war, says Christine Lagarde”: è il titolo dell’articolo pubblicato dal quotidiano della City.
Lagarde dice: Comprate prodotti USA per evitare guerra dei dazi contro Trump
Lagarde ha dato anche consigli per gli acquisti, indicando all’Europa cosa dovrebbe acquistare: in particolare, gas naturale liquefatto e attrezzature per la difesa.
“Si tratta di uno scenario migliore rispetto a una strategia basata soltanto sulla ritorsione”, ha spiegato la presidente della BCE, interpellata dall’FT, nel dare il consiglio “Buy America”, in un momento in cui l’Unione europea sta ragionando sulla risposta che dovrebbe dare a Trump, una volta colpita dai dazi.
Il quotidiano UK a tal proposito ha citato alcune indiscrezioni, secondo le quali il piano UE contemplerebbe proprio acquisti più significativi da parte dell’Europa di prodotti USA, che includono beni agricoli, così come gas naturale liquefatto (LNG) e armi.
Lagarde ha presentato la ratio della sua proposta all’Europa: “La scorsa settimana il Presidente eletto Donald Trump ha annunciato l’entità delle tariffe che ha in mente: il 60% per la Cina, il 10-20% per il resto del mondo”, ha ricordato la numero uno della BCE, aggiungendo che il tycoon repubblicano non ha fornito molti dettagli, né sulla portata dei dazi che intende varare, né sui motivi che orienteranno le sue decisioni.
In generale, ha indicato, “le tariffe che vengono applicate in modo ampio e indiscriminato producono alcuni effetti”, mentre “dazi molto selettivi e centrati producono conseguenze differenti”.
Di conseguenza, “andando avanti sarà molto interessante” capire la portata dei dazi. “Una cosa è alzare le tariffe su alcune categorie di prodotti, come credo che sia stato il caso dell’imposizione dei dazi, per esempio, sulle auto elettriche. Un’altra cosa è se queste tariffe vengono imposte in modo ampio su qualsiasi cosa che attraversi i confini. In tal senso non abbiamo nessun dettaglio”.
Dunque, cosa fare nell’attesa di capire le intenzioni di Donald Trump, che ha già scatenato l’ansia dazi sui mercati di tutto il mondo, qualche giorno fa, annunciando l’imposizione delle tariffe sui prodotti che gli Stati Uniti importano dalla Cina, dal Messico e dal Canada?
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“Per quanto riguarda i dazi sulle importazioni dall’Europa”, ha messo in evidenza Lagarde che, a quanto pare, propone una strategia in stile guanto di velluto con Trump, “esiste una differenza pari al 100%” tra la minaccia della prossima amministrazione USA di imporre dazi pari al 10% e quella di sferrare un attacco più forte, con tariffe del 20%. “Anche questo è interessante”, in quanto “indicativo di un approccio che è stato spesso adottato dal presidente eletto Donald Trump, che consiste nel trattare”.
“Il fatto che presenti un range (per l’appunto tra il 10% e il 20%) significa che sei aperto a discutere, sei aperto a imporre una distribuzione differente di dazi”.
Per ora, ha osservato la presidente della BCE, l’Unione europea ha indicato che si sta preparando a far fronte al pericolo dazi di Trump, “qualcosa di positivo”. Ma come rispondere?
Lagarde ha consigliato di ricorrere a una strategia, come l’ha chiamata lei usando le sue testuali parole, di “cheque book”, intesa in questo senso come una strategia basata sulla diplomazia (nota la cosiddetta Checkbook diplomacy della Cina): “Potremmo offrire di acquistare alcuni prodotti dagli Stati Uniti e segnalare l’intenzione di essere pronti a sederci al tavolo per capire come potremmo lavorare insieme. Credo che si tratti di uno scenario migliore rispetto a quello di una strategia di ritorsione, che potrebbe portare a una situazione di occhio per occhio, dente per dente, dove nessuno vincerebbe per davvero”.
Lagarde è andata poi oltre, dando per l’appunto all’Europa consigli per lo shopping dei prodotti USA: “In generale, l’Europa potrebbe parlare riguardo all’opzione di acquistare più gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. E, ovviamente, esiste una intera categoria di prodotti nel settore difesa, tra cui alcuni che noi in Europa non siamo capaci di produrre e che potrebbero essere acquistati nell’ambito di un approccio UE da parte dei Paesi membri basato sulla coesione”.
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Gli effetti di una guerra commerciale sull’inflazione e sui tassi BCE
Ma quali sarebbero gli effetti di una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e l’Europa sull’inflazione dell’area euro e, di conseguenza, sulla politica monetaria della BCE? (ovvero sul trend dei tassi, già grande oggetto di dibattito tra i falchi e le colombe di Francoforte, come è emerso dalla risposta che il banchiere austriaco ha dato al consiglio dovish del governatore di Bankitalia Fabio Panetta?
“Questa è una grande domanda, a cui non sono sicura di avere una risposta completa da dare, per le ragioni che ho appena menzionato (l’incertezza sulla portata dei dazi)”, ha detto Ladarde, aggiungendo che una eventuale guerra dei dazi “produrrebbe diversi effetti” ma che “ l’impatto reale e netto sull’inflazione risulta in questo momento incerto. È estremamente difficile fare una valutazione, combinando il calo del PIL con il potenziale deprezzamento o apprezzamento del dollaro .
La presidente della BCE ha spiegato anche che “sarebbe necessario anche capire quelle che sarebbero le conseguenze di breve termine e non prima di potere arrivare a una risposta davvero finale e definitiva”.
Lagarde ha precisato che “forse (la reazione) nel breve periodo sarebbe un po’ inflazionistica”. Ma “dipende da quali saranno i dazi, su cosa saranno applicati e per quanto tempo”.
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Vediamo a questo punto come risponderà l’UE alle sue proposte. Di recente, oltre che per l’eterno nodo dei tassi, Lagarde si è messa in evidenza anche con l’appello con cui ha invitato i risparmiatori europei, a non risparmiare troppo.
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