Primi problemi per il governo Meloni in vista della legge di Bilancio: le risorse a disposizione sono poche e i soldi per pensioni, flat tax e stipendi rischiano di non bastare.
Il puzzle della legge di Bilancio si fa sempre più complicato per il governo guidato da Giorgia Meloni. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha iniziato a fare qualche conto e affidare ai suoi tecnici delle simulazioni per capire quanto spazio ci sarà per una serie di interventi all’interno della manovra.
Le notizie non sembrano essere buone. La legge di Bilancio dovrebbe arrivare nel giro di tre settimane: entro fine mese, infatti, è atteso il nuovo Documento programmatico di bilancio, aggiornato rispetto a quello di Draghi e contenente la sintesi della manovra. Un intervento da 30 miliardi di euro circa, di cui 21 in deficit che serviranno contro il caro energia.
Per tutto il resto i soldi a disposizione sono davvero pochi. Difficile pensare che possano essere messi in campo gli interventi promessi in campagna elettorale, se non per qualche misura non particolarmente impattante. Dalla revisione del Reddito di cittadinanza alla conferma del taglio del cuneo fiscale, dalla tregua fiscale alle pensioni, vediamo cosa ci sarà nella prima legge di Bilancio del governo Meloni.
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Sicuramente per la manovra serviranno 3,5 miliardi per la proroga del taglio del cuneo fiscale, ovvero lo sgravio del 2% sui contributi introdotto da Draghi e che riguarda i lavoratori dipendenti con redditi inferiori ai 35mila euro: non ci sarà, comunque, un’estensione del taglio, che viene rinviata ai prossimi anni.
Certe anche altre misure per il 2023 che sono state anticipate con il decreto Aiuti quater. Si tratta di interventi a costo praticamente nullo, come le modifiche al Superbonus (ridimensionato per il prossimo anno) e il tetto all’uso del contante innalzato a 5mila euro.
Manovra, per le pensioni risorse scarse
Tra i capitoli più complessi c’è di certo quello legato alle pensioni. Come annunciato da Meloni nel suo discorso programmatico il governo si limiterà a confermare le misure esistenti, come l’Opzione donna e l’Ape sociale. Per tutto il resto, a partire dall’anticipo pensionistico, ci sarà solamente 1 miliardo a disposizione. Il che vuol dire che è a rischio anche la quota 41 che vorrebbe introdurre soprattutto la Lega: o arriverà con un forte ridimensionamento o si punterà a una misura ancora più soft.
Cosa ci sarà nella legge di Bilancio 2023
Altre misure sono quasi certe, ma ancora - almeno in parte - da definire. È il caso della flat tax: per le partite Iva dovrebbe essere estesa dai 65mila agli 85mila euro di reddito. Per quella incrementale, invece, ci dovrebbe essere un primo intervento che porterebbe la tassazione al 15% per chi ha aumentato il proprio fatturato sulla parte di ricavi aggiuntivi.
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Sicuramente ci sarà anche un intervento contro il caro bollette. Come detto, sarà il pacchetto più importante di tutta la legge di Bilancio. Il rischio, però, è che confermando tutte le misure già esistenti per il 2023 si riescano a coprire gli interventi solo per il primo trimestre del 2023.
Dove il governo vuole trovare i soldi per la manovra
Per reperire le risorse necessarie e ampliare il suo intervento in alcuni settori, come pensioni e flat tax, il governo punta sicuramente su alcune misure. A partire dalla revisione del Reddito di cittadinanza: si attende una stretta parziale che potrebbe portare circa un miliardo aggiuntivo per le casse dello Stato.
Allo stesso scopo sta prendendo forma un condono, quella che viene chiamata tregua fiscale: si tratterà di un saldo e stralcio e di una nuova rottamazione delle cartelle. Ancora, il Mef sta valutando come rimodulare la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche.
I tempi stretti della legge di Bilancio
La legge di Bilancio dovrebbe arrivare in Parlamento all’inizio di dicembre. Per l’approvazione definitiva i tempi saranno quindi stretti: è necessario che entrambi i rami diano il via libera entro fine anno per l’entrata in vigore a gennaio e per evitare che scatti l’esercizio provvisorio. Sembra probabile che la discussione della manovra avvenga in una sola Camera, mentre l’altra probabilmente si limiterà ad approvare il testo senza possibilità di modifiche.
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