La prossima settimana sarà di nuovo ricca di spunti per i mercati, con il rischio di tonfi e instabilità finanziaria per almeno 3 motivi. Cosa sta per accadere?
La finanza mondiale alle prese con un mix di fattori ed eventi cruciali la prossima settimana.
In quale direzione si dirigeranno i mercati, pressati da banche centrali, aspettative sull’inflazione, guerre in corso dall’esito incerto, oscillazioni delle materie prime, elezioni politiche, relazioni commerciali in continuo mutamento? La risposta - non esaustiva - può svelarsi in 3 punti chiave che gli investitori sono pronti a monitorare con attenzione nei prossimi giorni.
1. Usa, consumatori sotto la lente
Dopo la riunione Fed senza troppe sorprese, i riflettori Usa tornano a puntare il Calendario economico.
I consumatori statunitensi sono al centro dell’attenzione. La lettura preliminare dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori a maggio fornirà infatti un’istantanea delle loro aspettative di inflazione e delle prospettive economiche.
Mesi di inflazione ostinata hanno minacciato di sconvolgere la radicata narrativa di una crescita resiliente e di un raffreddamento dei prezzi al consumo, che ha finora contribuito a spingere le azioni al rialzo.
Eventuali segnali contenuti nel rapporto del 10 maggio secondo cui l’aumento dei prezzi sta pesando sul sentiment potrebbero incoraggiare la Fed a mantenere i tassi elevati, aggiungendo altra pressione su azioni e obbligazioni.
Mercoledì la Fed ha riconosciuto la recente mancanza di progressi sull’inflazione, anche se il presidente Jerome Powell ha ribadito che i tassi probabilmente scenderanno nel 2024. Gli economisti intervistati da Reuters si aspettano che l’indice della fiducia dei consumatori salga a 77,9 da 77,2 di aprile.
2. Bank of England e il nodo dei tagli ai tassi
Giovedì 6 maggio si riunirà la Banca d’Inghilterra e pubblicherà la sua decisione sul tasso e le nuove previsioni trimestrali.
Mentre all’inizio di quest’anno i decisori parlavano apertamente della possibilità di tagli, i dati concreti e le indagini aziendali hanno dipinto un quadro piuttosto contrastante delle pressioni sui prezzi nell’economia britannica, proprio come negli Stati Uniti.
Con gli scarsi dati aggiornati previsti da qui a giovedì, gli investitori scommettono sempre più che la BoE potrebbe addirittura aspettare fino a settembre prima di tagliare i tassi.
I risultati delle elezioni locali – che sembrano destinati ad aumentare ulteriormente la pressione sul primo ministro Rishi Sunak – saranno attesi a partire da venerdì, con i dati mensili sulla crescita economica previsti per il 10 maggio.
3. Le materie prime si surriscaldano
Se è vero che il prezzo del petrolio non ha finora stupito per grandi balzi in avanti nonostante la preoccupante situazione in Medio Oriente, è chiaro che il comparto delle materie prime si sta surriscaldando.
Lo sguardo degli investitori sarà rivolto con attenzione al settore agricolo/alimentare, dal quale giungono segnali poco incoraggianti. Per esempio, i futures del mais statunitense sono saliti venerdì al livello più alto dalla fine di gennaio prima di ridurre i guadagni e la soia ha raggiunto il picco di un mese dopo che le inondazioni hanno interrotto i raccolti nel principale esportatore brasiliano e le malattie hanno divorato il raccolto di mais dell’Argentina, hanno detto gli analisti.
I futures del grano hanno toccato il massimo di una settimana a causa delle rinnovate preoccupazioni per il clima secco in Russia, il più grande fornitore di grano al mondo.
Intanto, una crisi dell’olio di oliva è in corso, con la siccità che ha già dimezzato la produzione in Spagna e fatto rimbalzare i prezzi nei mesi scorsi. Se a questi fattori si aggiunge il rally del cacao di poco tempo fa, ne emerge un quadro preoccupante per il settore delle materie prime agricole così vulnerabile a eventi meteorologici estremi e tensioni geopolitiche.
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