Invalidi civili, ciechi e sordi: quando e cosa spetta di pensione? Ecco una guida utile con l’elenco di tutte le prestazioni assistenziali erogate dall’Inps a seconda dei casi.
Agli invalidi civili - con una riduzione permanente della capacità lavorativa superiore a una certa soglia - spetta una prestazione di tipo assistenziale che comunemente viene chiamata pensione d’invalidità civile. Lo stesso vale per ciechi civili e sordi.
La ratio di tale misura è di riconoscere un sostegno economico mensile, una sorta di pensione quindi, a quelle persone che a causa della propria condizione d’invalidità hanno persistenti difficoltà nello svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età. Le cosiddette pensioni d’invalidità civile, però, non spettano a tutti: per alcune prestazioni, infatti, è necessario non superare un certo limite di reddito (qui le informazioni su come si calcola).
Sia gli importi che i limiti reddituali per avere diritto alle pensioni d’invalidità civile vengono aggiornati ogni anno, in quanto soggetti a rivalutazione (quel meccanismo con cui gli importi dei trattamenti assistenziali e previdenziali vengono adeguati alla variazione dei prezzi, così da mantenerne inalterato il potere d’acquisto).
In questa guida faremo chiarezza su quali sono le pensioni per invalidità civile a cui si ha diritto, con tanto d’importi e limiti di reddito aggiornati al 2022, oltre alle informazioni su come fare per richiederle.
Pensioni per invalidi civili
Invalidi civili: chi sono
Come da definizione Inps, sono considerati mutilati e invalidi civili quei cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite - anche a carattere progressivo - che hanno subito una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno un terzo (33%).
Nel caso dei minori, invece, l’invalidità civile spetta nel caso in cui questi abbiano persistenti difficoltà nello svolgere i compiti e nelle funzioni proprie della loro età.
Non rientrano invece tra gli invalidi civili coloro che fanno parte delle seguenti categorie:
- invalidi di guerra
- gli invalidi del lavoro
- gli invalidi per servizio.
Agli invalidi civili viene riconosciuto, a seconda della percentuale d’invalidità, l’accesso a determinate agevolazioni e prestazioni, quali appunto può essere la pensione d’invalidità civile. Tuttavia, mentre per essere riconosciuti invalidi civili basta una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno il 33%, per accedere alla pensione questa percentuale dovrà essere più elevata.
Pensioni per invalidi civili: cosa spetta
In favore dei soggetti ai quali è stata riconosciuta una riduzione anche solo parziale della capacità lavorativa, ossia con percentuale compresa tra il 74% e il 99%, spetta l’assegno mensile d’invalidità civile. È incompatibile però con lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Spetta per 13 mensilità e al compimento dei 67 anni (età pensionabile) questo si trasforma in assegno sociale sostitutivo.
Nel 2022 ha un importo pari a 291,95 euro e ne hanno diritto coloro che hanno un reddito inferiore a 5.010,20 euro.
Dello stesso importo - quindi 291,95 euro al mese ma con la possibilità di godere dell’incremento al milione - la pensione d’inabilità civile, prestazione economica erogata a domanda in favore dei soggetti a cui viene riconosciuta un’invalidità del 100% e si trovano in uno stato di bisogno economico.
Importante sottolineare che questa, a differenza del suddetto assegno mensile d’invalidità civile, è compatibile con l’attività lavorativa. Anche la soglia di reddito entro cui se ne ha diritto è più alta: 17.271,19 euro nel 2022.
In caso d’invalidità al 100%, e qualora venga accertata la non autosufficienza della persona, si ha diritto anche all’indennità di accompagnamento, per un importo pari a 528,94 euro, ma senza diritto alla tredicesima. Spetta indipendentemente dal reddito.
Infine, in favore dei cittadini minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età spetta l’indennità di frequenza, pagata per 12 mensilità. L’importo nel 2022 è di 291,69 euro e spetta solo quando il reddito della famiglia risulta inferiore a 5.010,20 euro. Il riconoscimento di tale indennità è vincolato alla frequenza di scuole pubbliche o private di ogni ordine e grado o di centri di formazione o addestramento professionale finalizzati al reinserimento sociale dei soggetti. Vale anche per chi frequenta centri ambulatoriali, diurni o di tipo semi-residenziale specializzati nel trattamento terapeutico, nella riabilitazione e nel recupero di persone portatrici di handicap.
Ciechi civili: chi sono
Sono ciechi civili, ai quali viene comunque riconosciuta una sorta di pensione d’invalidità, coloro che sono affetti da cecità totale o con residuo visivo non superiore a un ventesimo in entrambi gli occhi. La causa della cecità può essere congenita o contratta, purché non dipendente da guerra, infortunio sul lavoro e malattia professionale (in quel caso avrebbe diritto ad altre tipologie di prestazione).
I ciechi civili, come stabilito dalla legge n. 138 del 2001, si distinguono in diverse categorie, quali:
- ciechi assoluti, con residuo visivo pari a zero in entrambi gli occhi, anche con correzione;
- ciechi parziali, con residuo visivo non superiore a un ventesimo in entrambi gli occhi con eventuale correzione (ciechi ventesimisti);
- ciechi decimisti, con residuo visivo compreso tra un decimo e un ventesimo in entrambi gli occhi.
Pensioni per ciechi civili
Con la legge n.66/1962 è stata abolito l’indennità per i ciechi decimisti. Oggi, infatti, la pensione spetta solo a ventesimisti e ciechi assoluti. Nel primo caso spetta l’indennità speciale per i ciechi civili parziali, corrisposta per 12 mensilità indipendentemente dalle condizioni economiche in cui questo si trova.
Ha un importo di 217,42 euro. A questa si aggiunge poi la vera e propria pensione per ciechi civili parziali, spettante a patto che il reddito dell’individuo non superi la soglia di 17.271,19 euro. L’importo è di 291,97 euro ed è erogata per 13 mensilità.
Per i ciechi civili assoluti, invece, l’importo della pensione varia in caso di ricovero in istituto pubblico. Nel dettaglio, l’importo è sempre di 291,97 euro per chi è ricoverato, diversamente è di 315,44 euro (per 13 mensilità) con limite sempre di 17.271,19 euro.
Corrisposta per 12 mensilità, invece, l’indennità di accompagnamento per ciechi assoluti che spetta indipendentemente dal reddito e ha un importo di 954,30 euro, ridotto di 93 euro mensili durante il periodo in cui il beneficiario usufruisce del servizio di accompagnamento prestato da un volontario del servizio civile.
Sordi
Sono considerati sordi, invece, i minorati sensoriali dell’udito che sono affetti da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva, quindi fino ai 12 anni. Tale sordità deve essere tale da impedire il normale apprendimento del linguaggio parlato, dove questo deve essere causato da un’ipoacusia di almeno 75 decibel di HTL di media tra le frequenze 500, 1.000, 2.000 Hz nell’orecchio migliore.
Pensione per sordi: cosa spetta
Al fine di avere diritto alla pensione è necessaria una soglia uditiva di ipoacusia di almeno 75 decibel. Diversamente, ossia per chi ne ha una soglia minore, sarà la valutazione sanitaria a decidere se l’individuo può comunque rientrare nella suddetta categoria degli invalidi civili.
L’importo della pensione speciale per sordomuti, spettante a coloro che hanno un reddito non superiore a 17.271,19 euro, è di 291,95 euro, comprensivi di tredicesima.
In aggiunta c’è poi l’indennità di comunicazione, spettante indipendentemente dal reddito a coloro che soddisfano i suddetti requisiti sanitari, ma pagata per soli 12 mesi: questa ha un importo di 263,21 euro.
Nel caso dei minori ipoacusici che presentino una perdita uditiva superiore ai 60 decibel nell’orecchio migliore nelle frequenze di 500, 1.000, 2.000 hertz spetta invece l’indennità di frequenza di 291,95 euro, ma solo quando il reddito del nucleo familiare è inferiore a 5.010,20 euro.
Talassemia e drepanocitosi: spetta la pensione d’invalidità civile?
Spetta una pensione mensile anche agli affetti da talassemia, il cosiddetto morbo di Cooley, e da drepanocitosi, o anche anemia falciforme. Queste persone, a patto che abbiano compiuto almeno 35 anni e abbiano un’anzianità contributiva di almeno 10 anni, hanno diritto all’indennità mensile assistenziale d’importo pari a 523,82 euro.
Questa pensione, sempre di tipo assistenziale, spetta indipendentemente dal reddito.
Pensioni d’invalidità civile: come funziona la domanda?
Tutte le prestazioni in oggetto hanno un elemento che le accomuna: l’iter per la richiesta. Sia che si tratti d’invalidi civili, che di ciechi o sordi, come pure di affetti da talassemia e drepanocitosi, per ottenere la prestazione è necessario intanto che la minorazione venga riconosciuta nel verbale rilasciato dall’apposita commissione medico legale al termine del relativo accertamento sanitario.
Prima di tutto, quindi, va presentata la domanda - si può fare online sul sito Inps, oppure contattando il numero verde dell’Istituto o anche avvalendosi del supporto di patronati o delle associazioni di categoria - e poi attendere di essere chiamati dall’Inps per la visita medica.
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