Come mai il dollaro americano è definito il protagonista indiscusso sui mercati valutari? Vediamolo insieme.
Non è un caso che sul Forex, quindi sul mercato valutario, il dollaro americano risulta essere il protagonista indiscusso.
In tal merito ricordiamo che il Forex è il mercato più liquido a cui hanno accesso i trader retail, uno dei mercati fondamentali con conseguenze dirette sulle nostre vite. Immaginiamo solo il fatto che un deprezzamento della nostra valuta domestica potrebbe influire direttamente sul livello dei prezzi, per non parlare delle conseguenze sui commerci esteri delle aziende.
Il Forex, oltre a essere noto per la sua valenza di mercato speculativo, derivata principalmente dal marketing degli ultimi 15 anni, è sempre stato importante e vede molti strumenti finanziari che utilizzano proprio il Forex per coprire i rischi derivanti da transazioni commerciali e investimenti esteri. Quindi vediamo insieme, anche a livello storico, perché il dollaro Usa è il re incontrastato del Forex.
Le ragioni storiche: Bretton Woods
Apriamo una finestra culturale interessante per quanto riguarda la storia economica e finanziaria dell’ultimo secolo. Partiamo dagli accordi di Bretton Woods del 1944, presi nel New Hampshire in America. Facendo una sintesi molto breve, i Paesi occidentali più importanti si sono accordati nello stabilire che i tassi di cambio contro il dollaro non dovevano muoversi oltre una banda di oscillazione dell’1%, altrimenti avrebbero dovuto essere aggiustati tramite operazioni specifiche. Inoltre si stabiliva che il dollaro fosse agganciato all’oro, in pratica era un regime aureo tutto a favore del dollaro che poteva essere stampato in modo “incontrollato” da parte della banca centrale americana, fatto contestato più volte nel corso del tempo da parte delle altre economie occidentali.
Proprio questo fattore ha fatto sì che la valuta più stampata e messa in circolazione fosse il proprio il dollaro americano. In pratica gli Usa sono diventati molto forti in quegli anni grazie all’assorbimento dell’inflazione da parte degli altri Paesi che facevano parte degli accordi.
Basti ricordare in tal merito, qualche anno dopo gli accordi di Bretton Woods, come gli americani istituirono il Piano Marshall, un piano di aiuti economici a sostegno della ripresa dell’Europa nel dopoguerra, una delle più grandi manovre monetarie espansive senza conseguenze dirette sull’inflazione domestica.
Successivamente, nel 1973 si arrivò quindi a un sistema di cambi flessibili visto che gli Usa, stampando moneta senza controllo alcuno, potevano esportare inflazione a spese delle altre economie globali. Ci si sganciò dal “gold standard” (sistema aureo) per poi negoziare i cambi liberamente. Oramai però era troppo tardi per le altre economie, visto che gli Usa avevano stampato una quantità di moneta talmente elevata che il dollaro diventò lo standard per l’economia globale. Da lì in avanti, tutto fu quotato in dollari, anche le altre valute, quelle da lì in poi verranno definite “majors”.
La nascita del Forex
Essendo il Forex un mercato molto liquido, doveva avere bisogno proprio di molto denaro per essere “avviato”, e chi meglio degli Usa poteva dar vita a un mercato del genere? Gli Stati Uniti erano, dopo gli accordi di Bretton Woods, i padroni della liquidità a livello globale, una mole talmente elevata che un problema negli Usa a livello domestico si poteva ripercuotere in Europa, pur non avendo legami diretti effettivi. Basti pensare alla crisi petrolifera negli anni ’70, fenomeno di matrice Usa con conseguenze globali.
Il dollaro americano è sempre stato, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, il re incontrastato a livello globale nel mercato valutario. Quando sono iniziate le prime negoziazioni sul Forex, disponibili solo per pochi operatori, gli americani hanno inventato anche i meccanismi di leva finanziaria moderni, quelli che permettono di cartolarizzare ogni titolo di credito (come un derivato) e moltiplicare il controvalore dei propri investimenti. Se ora il sistema finanziario Usa è il più potente e influente nel mondo occidentale, è dovuto principalmente alle dinamiche che hanno sfruttato la debolezza momentanea di alcuni Stati in difficoltà, per cedere potere economico in cambio di aiuti ai Paesi europei.
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Il ruolo del dollaro oggi
Non è un caso che nel 2022, il dollaro sia la valuta più apprezzata nel Forex, mentre aree economiche come l’Europa si trovano in totale sofferenza. In questo momento di difficoltà per il continente europeo, colpito dalla forte inflazione e da un conflitto alle porte, il dollaro affossa le valute come euro, sterlina e franco svizzero, alimentando ulteriormente l’inflazione nel continente europeo, il tutto a danno solo ed esclusivo della classe media.
In pratica l’Europa è diventata di fatto una succursale degli Usa, dapprima con gli accordi di Bretton Woods, dove l’Europa ha accettato gli Usa come padroni del mondo, poi accettando il Piano Marshall, un’operazione di compravendita culturale che ci ha reso più dipendenti dagli americani e dalla loro cultura totalmente incompatibile con quella europea. In questo contesto il dollaro rimane il re incontrastato del mercato, a meno che nel corso dei prossimi anni la Cina non prenda il sopravvento come già sta facendo da qualche anno a questa parte. Staremo a vedere.
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