Cos’è e come funziona il pignoramento mobiliare? Scopriamo l’atto di pignoramento mobiliare, quali sono i beni pignorabili e come evitarlo.
Il pignoramento è l’iter legale con il quale viene avviata la procedura di espropriazione coattiva per il recupero di un credito non onorato. Si tratta, dunque, di un atto esecutivo che consente ai creditori di soddisfare un debito non pagato dalla persona morosa attraverso la confisca dei beni.
Tra le tre tipologie di espropriazione, la più comune è quella del pignoramento mobiliare, la quale prevede la messa all’asta dei beni e, come tale, può inficiare sulla vita finanziaria delle persone.
E chi non ha dimestichezza con il mondo legale potrebbe non essere a conoscenza del fatto che non tutti i beni mobili sono espropriabili: alcuni sono impignorabili. È fondamentale, quindi, conoscere le norme che regolano l’esproprio. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Cos’è e come funziona il pignoramento mobiliare
Il pignoramento mobiliare è l’espropriazione forzata dei beni mobili della persona morosa per il recupero di un credito non saldato.
L’iter legale si articola in diverse fasi. Innanzitutto il creditore, munito di un titolo esecutivo come una sentenza o un decreto ingiuntivo, si reca presso l’ufficiale giudiziario, chiedendogli di pignorare i beni mobili del debitore. Successivamente, l’ufficiale presenta la notifica di pignoramento che contiene l’elenco dei beni pignorati. Avvenuta l’espropriazione dei beni mobili - con i dovuti limiti imposti dalla legge - che possono essere sequestrati o lasciati in custodia al debitore, l’ufficiale giudiziario procederà nella vendita all’asta dei beni per saldare il debito.
A differenza del pignoramento mobiliare, il pignoramento immobiliare vede l’espropriazione dei beni immobili di cui è proprietario il debitore, come appartamenti, case, terreni; mentre il pignoramento presso terzi vede come oggetto confiscabile crediti o beni non ancora in possesso del debitore come lo stipendio o la pensione, fino al sequestro del conto corrente.
Atto di pignoramento mobiliare: cosa dice la norma
L’ atto di pignoramento è quindi un’ingiunzione formale al debitore di non disporre dei beni pignorati, in modo da non sottrarli alla garanzia del credito. Ciò significa che la persona morosa non può vendere, donare o alienare i beni pignorati.
L’atto esecutivo affinché sia valido è prima preceduto dal precetto, una procedura pre-esecutiva, con il quale il creditore - munito di sentenza o altro titolo esecutivo - avverte la persona morosa che, se il debito non sarà saldato entro 10 giorni, sarà avviata la procedura di sequestro dei beni mobili. Al mancato pagamento si mette in moto la macchina espropriativa.
Il pignoramento mobiliare, nello specifico, è disciplinato dagli articoli dal 513 al 524 del codice di procedura civile. In particolare l’articolo 513 stabilisce come debba avvenire l’espropriazione mobiliare:
L’ufficiale giudiziario, munito del titolo esecutivo e del precetto, può ricercare le cose da pignorare nella casa del debitore e negli altri luoghi a lui appartenenti. Può anche ricercarle sulla persona del debitore, osservando le opportune cautele per rispettarne il decoro.
Espropriazione mobiliare: quali sono i beni mobili pignorabili
L’articolo 517 indica i criteri di scelta che l’ufficiale giudiziario deve rispettare nell’eseguire il pignoramento dei beni mobili - definiti così in quanto possono essere spostati da un luogo ad un altro senza comprometterne l’integrità. Facendo quindi riferimento ad arredi e oggetti di valore, l’ufficiale deve dare precedenza al pignoramento di oggetti di pronta e facile liquidazione, nel limiti consentiti dalla legge, partendo dal denaro contante, oggetti preziosi e titoli di credito.
Tra i beni mobili, troviamo quindi:
- arredi non indispensabili al debitore e alla sua famiglia;
- tappeti;
- gioielli;
- collezioni d’arte;
- oggetti di antiquariato;
- beni dal valore artistico (con le dovute eccezioni previste dalla legge);
- computer;
- dispositivi hi-tech;
- elettrodomestici (eccezione fatta per quelli indispensabili come frigorifero);
- autoveicoli e motociclette.
Grazie alla recente riforma Cartabia, è possibile anche utilizzare piattaforme online per effettuare l’asta dei beni.
Quali beni mobili non possono essere pignorati?
Nel caso in cui si sia soggetti a un pignoramento mobiliare, è importante sapere che esiste un elenco di beni non pignorabili, in modo da tutelare la dignità e diritto alla sopravvivenza del debitore.
Secondo gli articoli 514-516, non possono essere pignorati beni necessari al sostentamento del debitore e della sua famiglia; destinati a un uso strettamente personale o dal grande valore affettivo. Ecco, quindi, che per la legge non sono pignorabili in regime di pignoramento mobiliare:
- oggetti sacri e necessari per il culto;
- l’anello nuziale;
- vestiti e la biancheria;
- letti;
- tavoli e sedie;
- armadi e cassettoni;
- frigorifero;
- stufe;
- fornelli di cucina a gas o elettrici;
- lavatrice;
- utensili;
- alimenti e bevande;
- combustibili necessari per un mese al mantenimento della famiglia;
- armi ed oggetti che il debitore ha l’obbligo di conservare per l’adempimento di un pubblico servizio;
- decorazioni al valore;
- lettere;
- registri;
- scritti di famiglia, nonché manoscritti, salvo siano parte di una collezione;
- animali domestici e a fini terapeutici senza fini produttivi, alimentari o commerciali.
Gli strumenti, gli oggetti e i libri indispensabili per l’esercizio della professione, dell’arte o del mestiere del debitore, invece, possono essere pignorati nei limiti di un quinto.
Pignoramento mobiliare: procedura e costi
Trattandosi di una procedura legale abbastanza lunga e complessa, è naturale domandarsi come funzioni esattamente il pignoramento mobiliare.
Come anticipato, l’iter legale per il pignoramento è abbastanza complesso. Prima ancora di proseguire all’espropriazione, si presenta al debitore il precetto, con il quale si ingiunge di saldare il debito entro 10 giorni dalla notifica altrimenti sarà avviato il processo espropriativo.
Ma come ogni procedura legale, questa non solo ha dei tempi da rispettare ma presenta anche dei costi per il creditore. Dal punto di vista delle tempistiche, il pignoramento mobiliare deve essere compiuto entro 90 giorni dalla notifica del precetto.
Per quanto riguarda i costi, invece, l’importo totale per la procedura è il risultato di più azioni, che possono essere riassunte come segue.
Titolo esecutivo
Per ottenere il titolo esecutivo al creditore viene chiesta una somma in base al credito insoluto:
- per credito pari a 2000-3000 euro: 700-800 euro;
- per credito pari a 6000-7000 euro: 800-900 euro;
- per credito pari a 5.000-20.000 euro: 1.100-1.200 euro.
Precetto
Anche per ottenere l’atto pre-esecutivo la spesa varia in base al credito ma in media si possono calcolare circa 400 euro. Vi sono, poi, altre spese aggiuntive come marche da bollo, contributo unificato e costi di gestione degli atti nonché il compenso destinato al lavoro svolto dall’avvocato, che varia a seconda del professionista.
Come evitare il pignoramento mobiliare
Il pignoramento mobiliare non è un atto irreparabile, anzi può essere evitato. È bene, dunque, rivolgersi a un avvocato, il quale potrà valutare la legittimità di espropriazione. Per tale ragione, gli esperti suggeriscono sempre di conservare l’atto di pignoramento.
In generale, per evitare un pignoramento mobiliare, il debitore può decidere di:
- pagare il creditore versando la somma dovuta, spese comprese;
- opporsi agli atti dell’esecuzione o all’esecuzione stessa, appellandosi nel primo caso a vizi di procedura, nel secondo a vizi di sostanza, mettendo in discussione il diritto del creditore;
- accordarsi con il creditore per diminuire o rateizzare la somma dovuta;
- ridurre il pignoramento se il valore dei beni pignorati è superiore al debito. Il giudice dovrà valutare se l’esproprio è sproporzionato riducendo la somma da pagare;
- convertire il pignoramento, sostituendo i beni pignorati con una somma di denaro corrispondente al loro valore.
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