Cessione del credito e sconto in fattura legati al Superbonus potrebbero presto tornare per alcune categorie: prima di tutto per i terremotati, poi il governo ragiona anche su chi ha redditi bassi.
La cessione del credito e lo sconto in fattura legati al Superbonus potrebbero presto tornare per alcune categorie di persone. Da una settimana, infatti, la maggioranza di governo è al lavoro per “salvare” una parte di coloro che sono stati colpiti dal blocco delle due formule di erogazione dei bonus edilizi.
Si ragiona quindi su un intervento modificativo del decreto varato lo scorso 16 febbraio dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, con l’idea di venire in contro ad almeno parte delle richieste delle associazioni di categoria che stanno protestando in maniera molto veemente. Secondo loro sarebbero 25mila le aziende edili a rischio fallimento, soprattutto piccole e medie. Di conseguenza vacillerebbero 130mila posti di lavoro.
Superbonus, tornano cessione del credito e sconto in fattura?
Ad essere interessati dalla modifica del decreto sarebbero innanzitutto i terremotati. Il commissario per la ricostruzione post sisma nell’Italia centrale del 2016, Guido Castelli, ha spiegato che è “necessario intervenire sul 110 per mantenere il diritto dei terremotati di usufruirne anche per il futuro, con la cessione del credito d’imposta e con lo sconto in fattura”.
Pertanto Castelli si è mosso con Palazzo Chigi e avuto rassicurazioni sul fatto che i terremotati potranno continuare a usufruire a pieno del bonus, anche al 110%, con le vecchie modalità di erogazione. Gli interventi si potranno fare sugli immobili lesionati dal sisma nel cratere.
Il sismabonus per i terremotati è “salvo”
Tuttavia, secondo lo stesso commissario, il decreto ha risolto una criticità forte della ricostruzione post-sisma, che “era già ferma per il fatto che il blocco delle cessioni dei crediti aveva fermato i cantieri”. Quindi ha aggiunto che il testo “va migliorato per il futuro, mantenendo la possibilità di sconto in fattura fino al 31/12 del 2025, ma fa chiarezza nel presente e nel passato”.
Quanto agli interventi di adeguamento sismico, ha osservato Castelli, “è un problema più generale. Il sismabonus rimane, ma con la detrazione fiscale. Quindi il problema è per i cosiddetti incapienti che dovrebbero anticipare il denaro: su questo si sta lavorando”.
Per chi può tornare il solo sconto in fattura
Nelle modifiche attese in Parlamento al decreto sulla cessione del credito e lo sconto in fattura, infatti, potrebbe rientrare lo sconto in fattura per chi ha redditi bassi o è incapiente. Insomma, fermo restando che i nuovi lavori con il Superbonus si possono fare con sconto al 90% (con decalage al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025), si potrebbe andare in base all’Isee.
Chi ha infatti redditi bassi non può anticipare il costo dei lavori in casa: da qui la necessità per loro dello sconto in fattura, così da non versare subito tutta la cifra, ma solo il 10% per i lavori del 2023, il 30% per quelli nel 2024 e il 35% per quelli nel 2025.
Gli interventi, con sconto in fattura o detrazione in quattro anni tramite la dichiarazione dei redditi (previa anticipazione di tutto il costo dei lavori) riguarderanno prevalentemente: condomini (sia interventi trainanti che interventi trainati nelle singole unità immobiliari), organizzazioni di volontariato, Onlus e associazioni di promozione sociale, persone fisiche uniche proprietarie di edifici da 2 a 4 abitazioni ed eventuali pertinenze.
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