Tassi BCE, riunione 6 marzo: sesto taglio con attenti inflazione. Stop tagli? Lagarde risponde. E aumenta ansia su BTP e Bund

Laura Naka Antonelli

6 Marzo 2025 - 16:53

Secondo BCE Day del 2025: Lagarde annuncia sesto taglio dei tassi, ma occhio a nuove stime su inflazione e PIL. Wall Street KO, sell su BTP e Bund. Aggiornamenti in tempo reale.

Tassi BCE, riunione 6 marzo: sesto taglio con attenti inflazione. Stop tagli? Lagarde risponde. E aumenta ansia su BTP e Bund

Il secondo BCE Day del 2025 è arrivato: oggi, giovedì 6 marzo, la Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha annunciato come da attese il sesto taglio dei tassi dal 6 giugno 2024, giorno in cui Francoforte si è decisa a inaugurare la grande svolta di politica monetaria dell’Eurozona, dando il via a una carrellata di sforbiciate.

La sesta sforbiciata segue quella dello scorso 30 gennaio 2025 e fa scendere i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025.

Ma occhio alle nuove stime elaborate dallo staff degli economisti della Banca centrale europea sul trend del PIL e dell’inflazione dell’area euro.

Si tratta di previsioni che sembrano rinfocolare la minaccia di una stagflazione nell’Eurozona, a fronte di incertezze che Lagarde stessa, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio dell’Eurotower, definisce “enormi”. E lo ammette lei stessa: deve essere “frustrante” non riuscire a capire quale sarà la direzione dei tassi di interesse dell’area euro, di fronte all’incognita dei dazi che la seconda amministrazione di Donald Trump si appresta a sferrare contro l’Europa.

Altra incognita è quali saranno i reali effetti sia sul PIL che sull’inflazione del blocco del piano comune di difesa che l’Unione europea ha deciso di varare. Come sarà finanziato, inoltre, si chiede la stessa numero uno dell’Eurotower. E che dire del bazooka fiscale annunciato in Germania, che vale ben mezzo triliardo di euro? Niente da fare.

La BCE continuerà a pendere dalle labbra dei dati macroeconomici di turno. E, sulla possibilità che ci siano altri tagli, oppure no, da Lagarde ancora nessuna risposta che possa far chiarezza. Se i dati macro lo consentiranno, taglieremo. Altrimenti faremo una pausa.

BCE annuncia sesto taglio tassi da giugno 2024. “Enormi incertezze”, la nuova frase presente nel comunicato

La notizia positiva è che, dopo aver azzerato a metà giornata i guadagni riportati all’inizio della seduta, il Ftse Mib di Piazza Affari torna a salire. La notizia dell’inflazione più alta delle attese nel 2025 e del PIL più basso di quanto precedentemente messo in conto, che rinfocola il dubbio di una stagflazione in atto nell’area euro, non turba l’azionario.

Diversa e diametralmente opposta la reazione dei titoli di Stato dell’Eurozona, che anche oggi vengono travolti dalle vendite.

Vale la pena puntare i riflettori sul nuovo outlook sfornato dagli esperti della Banca centrale europea. Nel comunicato, si legge che “gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si attesterà in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2 nel 2027”, e che “la revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia”. Per quanto riguarda l’inflazione core, ovvero l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, le nuove previsioni sono di un tasso in media al 2,2% nel 2025, al 2% nel 2026 e all’1,9% nel 2027.

Capitolo crescita? Così si legge nel comunicato della BCE: “ L’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale”.

Il secondo BCE Day dell’anno cade proprio in un giorno cruciale per il destino dell’Europa. Oggi protagonista è anche la la riunione straordinaria del Consiglio europeo, indetta per valutare il piano UE per una difesa comune presentato dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen due giorni fa: piano volto a dare all’UE un esercito comune e, dunque, a far salire ulteriormente le spese militari.

Il punto è che queste spese dovranno essere finanziate inevitabilmente con l’emissione di più titoli di Stato: si spiega così la pressione rialzista sui rendimenti dei bond sovrani dell’area euro, a fronte della carica di sell che fa capitolare le quotazioni. BTP, Bund, OAT e altri titoli di Stato dell’Eurozona tornano a puntare verso il basso, e il risultato è l’impennata dei rendimenti. Non ai livelli di ieri, ma la tensione è alta, visto che il balzo è in media di più di 10 punti base. Inevitabile, d’altronde, sarà l’arrivo di una valanga di emissioni di titoli di Stato che, per le semplici leggi che riguardano la domanda e l’offerta, finiranno con il deprimere le quotazioni dei BTP e degli altri bond dell’area euro, in un momento in cui la politica monetaria della Banca centrale europea è già caratterizzata da un forte paradosso: quello che vede la BCE tagliare i tassi e al contempo drenare liquidità attraverso il piano di Quantitative Tightening, con l’era dei bazooka monetari arrivata ormai alla sua conclusione. L’ultimo bazooka andato in pensione alla fine del 2024 è stato il PEPP-QE pandemico, come annunciato da Christine Lagarde.

C’è un altro motivo che manda al tappeto la carta sovrana: il bazooka fiscale da 500 miliardi di euro su cui punta la Germania del neo cancelliere Friedrich Merz, e che decreta la grande svolta non solo di bilancio e di politica economica di Berlino, ma anche la metamorfosi, si potrebbe dire epocale, della forma mentis tedesca, finora ossessionata per ragioni storiche più dall’inflazione che dal timore di vedere andare a pezzi la sua economia: cosa che si è verificata per due anni consecutivi.

Tornando alla BCE, nel comunicato appare una frase che prima non c’era, e che viene messa in evidenza dalla stessa presidente Christine Lagarde. Quella che afferma che la “politica monetaria è diventata meno restrittiva in modo significativo ”. Ma questo cosa significa? Che la fine dei tagli dei tassi di interesse è vicina? Per ora non è dato sapere. Nessuno ha, d’altronde, la sfera di cristallo, ed è questo il messaggio che sostanzialmente Lagare invia ai mercati e a chi la interpella: “L’aumento delle tensioni nel commercio globale sta aggiungendo maggiore incertezza all’outlook sull’inflazione dell’area euro. Una escalation generale delle tensioni commerciali potrebbe vedere l’euro deprezzarsi e i costi delle importazioni salire, fattore che eserciterebbe una pressione rialzista sull’inflazione”. Ma, “allo stesso tempo, la domanda più bassa per le esportazioni dell’area euro (con i dazi dell’amministrazione Trump e il dirottamento delle esportazioni nell’area euro da Paesi caratterizzati da un eccesso di capacità metterebbe sotto pressione l’inflazione”. E dunque, per ora, la BCE è in una fase di attendismo. Detto questo, almeno una certezza sembra essere presente: “I rischi per la crescita sono volti verso il basso”.

Ed è così che, secondo diversi economisti, altri tagli dei tassi comunque arriveranno. Ma non tutti sono d’accordo: e, a conferma di come alla fine il DNA rimanga quello, uno stop ai tagli viene invocato subito dalla Germania, esattamente da Clemens Fuest, numero uno della società di ricerca economica IFO, che afferma che, a suo avviso, non ci sono ragioni per tagliare ulteriormente i tassi, dopo la decisione di oggi. “La crescita dei salari e l’aumento dell’indebitamente da parte dei governi potrebbe tradursi in un nuovo aumento dell’inflazione, invece di farla scendere. Il risultato è che probabilmente ci sono meno ragioni per procedere a ulteriori tagli dei tassi di interesse”. In questa situazione, Mathieu Savary, responsabile strategist della divisione europea di BCA Research, sottolinea che, nel descrivere la politica monetaria “meno restrittiva in modo significativo”, la BCE ha praticamente ammesso, oggi, che le condizioni interne stanno migliorando, in una situazione in cui “l’allentamento fiscale sta sostenendo al rialzo il tasso neutrale di interesse”. Di conseguenza, la probabilità che il tasso sui depositi scenda al di sotto del 2% è diminuita in modo significativo ”.

Secondo BCE Day del 2025, gli aggiornamenti in tempo reale di Money.it

Terminata la conferenza stampa di Christine Lagarde

Terminata poco prima delle 15.40 la conferenza stampa che ha visto la presidente della BCE Christine Lagarde rispondere alle domande dei giornalisti, spiegando la propria posizione sulla direzione futura dei tassi di interesse dell’Eurozona.

Lagarde su piano difesa comune UE: sicuramente sosterrà la crescita

Così Lagarde nel commentare la decisione dell’Unione europea di aumentare le spese militari, per concretizzare un piano comune di difesa UE. “Dobbiamo rimanere attenti, vigili. Dobbiamo capire come (questo piano di difesa UE) andrà avanti, quello che sarà il timing e quelli che saranno i finanziamenti, al fine di arrivare a capire in che modo darà un contributo alla crescita e quello che sarà il suo impatto sull’inflazione. Ma una cosa all’interno del Consiglio direttivo (della BCE) è stata chiara...(sarà un piano) che sosterrà la crescita dell’Europa e che sosterrà la sua economia”.

But one thing that around the table of the governing council was clear is that.. it would be supportive to European growth at large and would be a boost to the European economy.

Si intensifica la carica di sell sui BTP, Bund e altri bond euro

Mentre la presidente della BCE risponde alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi da parte dell’istituzione, aumenta ulteriormente la carica di sell sui BTP e sui Bund. In particolare, i rendimenti dei BTP a 10 anni volano di 13 punti base, superando di nuovo la soglia del 4%, salendo fino al 4,01%.

Raffica di smobilizzi anche sui Bund, con i rendimenti che schizzano di 15 punti base al 2,88%. Balzano di 13 punti base i rendimenti dei titoli di Stato del Belgio (al 3,44%) e della Francia (al 3,59%), mentre i rendimenti decennali dei Bonos spagnoli avanzano di 14 punti base al 3,55%.

Decisione tassi unanime? Lagarde, “una astensione, nessuna opposizione

Nessuno si è opposto alla decisione di oggi, non c’è stata opposizione, ma c’è stata una astensione. Ad astenersi è stato Holzmann, verso cui io ho un grande rispetto”, ha detto Lagarde. Si tratta di Robert Holzmann, governatore della Banca nazionale austriaca, noto per le sue posizioni hawkish, espresse in più di una occasione.

Nuovi tagli? La risposta di Lagarde, che ammette: “so che è molto frustrante

So che è molto frustrante”, ha ammesso Lagarde in risposta a chi le ha chiesto quali saranno le prossime mosse sui tassi di interesse, “ma continueremo a prendere le nostre decisioni sulla base di quanto emergerà dai dati”. Lagarde ha continuato affermando che tre sono stati i fattori affrontati oggi dalla BCE: il fatto che la “disinflazione proceda come da attese, e che la politica monetaria sia diventata meno restrittiva in modo significativo”. Il terzo fattore è che “l’incertezza è enorme”. Di conseguenza, “a seconda dei dati procederemo con un altro taglio o faremo una pausa ”.

Lagarde, teniamo in considerazione anche sviluppi Europa su difesa e proposta fiscale Germania

Abbiamo cambiato un paragrafo intero del comunicato”, ha fatto notare Lagarde in risposta alla domanda di un giornalista: “Se prima avevamo detto che avremmo mantenuto la restrizione per il tempo necessario, ora riteniamo che la politica monetaria stia diventando meno restrittiva in modo significativo”; questo, in quanto stiamo “tenendo in considerazione i tagli di 150 punti base che abbiamo varato fino a oggi”.

Detto questo, ha spiegato la presidente della BCE, se da un lato assistiamo all’impatto dei tagli dei tassi, dall’altro lato sono ancora in atto le conseguenze delle scelte adottate in passato (rialzi dei tassi). Allo stesso tempo, ha continuato Lagarde, la Banca centrale europea ha considerato anche gli ultimi sviluppi che si sono presentati in Europa, relativi alla decisione dell’UE di procedere al riarmo, così come abbiamo tenuto in considerazione la proposta fiscale della Germania” (bazooka da 500 miliardi di euro): “Siamo in una fase di work in progress, al fine di comprendere gli effetti sulla crescita e sull’inflazione. Siamo molto attenti a quanto emergerà dal meeting a Bruxelles di oggi (la riunione straordinaria del Consiglio europeo”, ha continuato Lagarde.

Lagarde: attività manifatturiera freno per crescita PIL. Incertezza frena investimenti

L’attività manifatturiera rimane un freno” per la crescita del PIL. Lo ha detto Lagarde, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio della BCE sulla decisione sui tassi. “L’incertezza sta frenando gli investimenti”, ha aggiunto la numero uno dell’Eurotower, mettendo in evidenza allo stesso tempo che “i servizi sono resilienti”. Detto questo, i dati suggeriscono che “la crescita dell’occupazione si è smorzata”. Ancora, “l’aumento dell’incertezza peserà sugli investimenti più delle attese”.

Il commento che affossa le speranze di tassi sui depositi sotto il 2%

Così commenta al Guardian la decisione sui tassi della BCE e il contenuto del comunicato Mathieu Savary, responsabile strategist della divisione europea di BCA Research. “La BCE ha annunciato il taglio dei tassi ampiamente atteso ed è orientata a tagliare ulteriormente (i tassi), con l’inflazione prevista centrare il target e gli ostacoli alla crescita che persistono. Tuttavia, nel descrivere la politica “meno restrittiva in modo significativo”, la BCE ammette il miglioramento delle condizioni interne e, fattore cruciale, il fatto che “l’allentamento fiscale sta sostenendo al rialzo il tasso neutrale di interesse”. Di conseguenza, la probabilità che il tasso sui depositi scenda al di sotto del 2% è diminuita in modo significativo ”.

BCE, Lagarde: “nostra politica monetaria molto meno restrittiva”

La nostra politica monetaria sta diventando meno restrittiva in modo significativo”, ha detto Lagarde.

Prende il via la conferenza stampa di Christine Lagarde

Ha preso il via la conferenza stampa di Christine Lagarde, che vedrà la Presidente della BCE rispondere alle domande dei giornalisti relative alla decisione sui tassi che l’Eurotower ha annunciato oggi, sforbiciando i tassi di interesse per la sesta volta dal 6 giugno 2024. Lagarde ha preso la parola ricordando il processo disinflazionistico procede come da attese, presentando anche le nuove stime sull’inflazione e sul PIL dell’area euro elaborate dallo staff della Banca centrale europea.

Borse europee peggiorano dopo annuncio tassi BCE, alert futures Wall Street

Mentre i futures sui principali indici azionari USA accelerano al ribasso, si rileva un peggioramento del trend delle borse europee dopo l’annuncio sui tassi della BCE e la decisione della stessa di rivedere al rialzo le stime sull’inflazione, tagliando tuttavia le attese sulla crescita del PIL dell’area euro.

L’indice Ftse Mib di Piazza Affari rimane poco mosso, viaggiando sotto la parità, dopo avere azzerato tutti i guadagni della mattinata. Male la borsa di Parigi che accelera al ribasso, segnando un calo dello 0,70% circa, mentre la borsa di Francoforte rimane positiva, in lieve rialzo (+0,15%). Decisamente peggiore il trend dei futures sul Dow Jones, che segnano un tonfo superiore a 460 punti, mentre i futures sullo S&P 500 arretrano dell’1,39%. Vendite più forti sul Nasdaq, con i futures che accusano un ribasso pari a -1,7%.

Il comunicato della BCE relativo alla decisione sui tassi dell’area euro

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti. Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione. La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera. Al tempo stesso, l’allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto. L’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da crescente incertezza, definirà l’orientamento di politica monetaria adeguato seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

Il comunicato va avanti riassumendo la decisione sul taglio di oggi:

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025 ”.

Per quanto riguarda il programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), la BCE ha reso noto che “i portafogli del PAA e del PEPP (pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza ”.

La conclusione del comunicato è la seguente:

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi. La Presidente della BCE illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora dell’Europa centrale)”.

La BCE taglia i tassi di 25 punti base, come da attese

La BCE ha annunciato di avere proceduto al suo sesto taglio dei tassi di interesse dell’area euro, pari a -25 punti base. I tassi sui depositi sono così scesi al 2,75% al 2,5%.

Piazza Affari con il fiato sospeso, futures Wall Street ancora giù. Balzano anche rendimenti Treasury

A pochi minuti dall’annuncio sui tassi della BCE, l’indice Ftse Mib di Piazza Affari rimane praticamente ingessato, con una variazione pari a -0,07%, che conferma come il listino abbia azzerato i guadagni delle prime ore dalla sessione. Parigi cede lo 0,51%, mentre il Dax di Francoforte rimane lievemente positivo, in rialzo dello 0,30% circa. In rosso l’indice benchmark europeo Stoxx 600, che arretra dello 0,62%. I futures sul Dow Jones crollano di quasi 400 punti, mentre lo S&P 500 e il Nasdaq scendono dell’1% circa. Il rapporto euro-dollaro è poco mosso dopo i forti rialzi della vigilia, salendo dello 0,07% circa, a quota $1,0798. Sell off globale sui bond, anche sui Treasury USA, che vedono i rendimenti decennali salire di 21 punti base al 4,284%.

Rimane alta la tensione sui titoli di Stato

A meno di un’ora dall’annuncio sui tassi da parte della BCE di Christine Lagarde, rimane alta la tensione sui titoli di Stato dell’area euro. I rendimenti dei Bund a 10 anni continuano a salire di 12 punti base, al 2,85%, mentre i rendimenti decennali dei BTP avanzano di 10 punti base, a un passo dalla soglia del 4% superata stamattina (leggi Allarme BTP, rendimenti oltre il 4%. Spread fin sotto 100, ma stavolta Meloni non può brindare.

D’altronde, oggi è il giorno della riunione straordinaria del Consiglio europeo, indetta per discutere del piano per il riarmo dell’Europa che è stato presentato due giorni fa dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Non solo: le incognite sulle future decisioni sui tassi che la BCE deciderà di prendere dopo il taglio di oggi - il sesto dal 6 giugno del 2024, che i mercati danno comunque per assodato - deprimono la carta dell’area euro, già alle prese per il motivo illustrato sopra con la prospettiva dell’arrivo di una valanga di emissioni di titoli di Stato per finanziare le maggiori spese militari che il Continente vuole iniziare a sostenere. Lo spread BTP-Bund a 10 anni viaggia a quota 103 punti base.

BCE attesa al varco dai mercati. Oggi oltre ad annuncio tassi anche nuove stime PIL e inflazione

Così Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, in vista della decisione sui tassi di interesse dell’area euro che sarà annunciata oggi dalla BCE, alle 14.15 ora italiana.

La direzione di marcia spesso indicata da Christine Lagarde non appare più così chiara. Le elezioni tedesche potrebbero portare a un maggiore allentamento fiscale, la difesa dell’Ucraina dipenderà sempre più dall’Europa, e le politiche di Trump aggiungono un elemento di incertezza”.

Thozet fa notare che oggi la “BCE pubblicherà anche le proprie previsioni trimestrali su crescita e inflazione” e che, “considerando il livello attuale dei prezzi di petrolio e gas, la debolezza dell’euro e il fatto che, al momento della loro formulazione, i mercati scontavano un minor numero di tagli dei tassi, è probabile che queste segnalino un rischio al rialzo per l’inflazione e al ribasso per la crescita”.

L’esperto di Carmignac ha riassunto il dilemma della BCE: “In una situazione così delicata, la velocità è fondamentale. Se si accelera troppo, si rischia un surriscaldamento dell’economia e un impennata dell’inflazione. Se si procede troppo lentamente, invece, il pericolo è la recessione”.

Non solo: “Allineare i tassi di riferimento al tasso neutrale significa trovare una velocità di crociera stabile. Ma anche su questo punto il dibattito è acceso: le discussioni attuali suggeriscono che il tasso neutrale si collochi tra l’1,75% e il 2,25%”. Secondo l’analista “la BCE deve agire con prudenza, per evitare di innescare un’inversione del ciclo economico”.

Tornano i sell a Wall Street, speranza concessioni dazi Trump dura poco

Dopo la sessione positiva della vigilia, Wall Street torna a perdere terreno, come dimostra il trend al ribasso dei futures. Nella giornata di ieri l’indice Dow Jones è balzato di 485,60 punti, o dell’1,14% dopo il panico della seduta di martedì. Lo S&P 500 ha guadagnato l’1,12%, mentre il Nasdaq Composite è salito dell’1,46%. Recupero dunque degli indici a seguito del panico della vigilia. ( Leggi anche Nasdaq buca livello cruciale. Panico a Wall Street, è il momento di dire basta e di puntare qui?). Detto questo, i futures sul Dow Jones stanno capitolando di 350 punti base, mentre i futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq stanno perdendo entrambi l’1% circa. Ieri l’amministrazione di Donald Trump ha annunciato la decisione di posticipare di un mese l’imposizione di dazi sui produttori di auto che rispettino l’accordo commerciale USA-Messico-Canada (USMCA).

Dietrofront borse europee, Eurostoxx zavorrato da Parigi. Milano e Francoforte per ora tengono

Borse europee in ritirata in attesa della decisione della BCE di Christine Lagarde sui tassi. L’indice Stoxx 600 arretra di più di mezzo punto percentuale, trascinato al ribasso dai sell che colpiscono la borsa di Parigi (il CAC 40). Rimangono in debole rialzo il DAX della borsa di Francoforte e il Ftse Mib di Piazza Affari.

Ftse Mib in rialzo, tra i titoli migliori Telecom Italia e Buzzi. Focus ancora su UniCredit-Banco BPM

Sessione in generale positiva per la Borsa di Milano e le altre borse europee nel secondo BCE Day del 2025. L’indice Ftse MIB di Piazza Affari sale di più di mezzo punto percentuale, oltre quota 38.700 punti, dopo essere volato negli ultimi giorni fino al record dal 2007, dunque al massimo degli ultimi 18 anni. Tra i titoli migliori della sessione si mettono in evidenza Buzzi, ancora in rally dopo la fiammata della vigilia, così come Telecom Italia. Stamattina TIM ha annunciato di avere approvato i conti relativi al 2024. I risultati di bilancio hanno messo in evidenza una crescita dei ricavi di Gruppo, nel corso del secondo semestre dello scorso anno, a 14,5 miliardi, un EBITDA in aumento a 3,7 miliardi e una forte crescita, anche, dell’EBIT, di oltre il 15%, a 1,5 miliardi. Sempre nel secondo semestre del 2024, che si è confermato il primo semestre che ha fatto seguito alla cessione della rete fissa NetCo, TIM ha incassato un utile netto consolidato pari a 139 milioni di euro. Rimangono protagonisti a Piazza Affari tutte le notizie e i rumor che riguardano le partite di risiko bancario. Non si arresta il rialzo del titolo UniCredit, che ieri è scattato di oltre il 7%. Bene anche la preda Banco BPM. (LEGGI UniCredit, Andrea Orcel punta dritto a Generali. OPS Banco BPM congelata, Castagna ancora a bocca asciutta.

Cosa farà la BCE oggi? Il commento di Generali Investments

Così Martin Wolburg, Senior Economist di Generali Investments, scrive in una nota quanto accadrà oggi, al termine della riunione del Consiglio direttivo della BCE: “C’è un consenso generale sul fatto che nella riunione del 6 marzo la BCE probabilmente taglierà il suo tasso chiave di altri 25 punti base al 2,5%. Detto questo, la discussione nei mercati e all’interno del Consiglio Direttivo (GC) si sta spostando verso il punto di arrivo di questo ciclo di allentamento ”.

Le proiezioni aggiornate sull’inflazione probabilmente rimarranno coerenti con l’idea che l’inflazione sia sulla buona strada per raggiungere nuovamente l’obiettivo e vediamo un potenziale per una revisione al ribasso delle prospettive di crescita. Sebbene ciò supporterebbe ulteriori tagli dei tassi, vari membri del GC hanno recentemente suggerito che la direzione del viaggio ai tassi chiave attuali diventa meno chiara e avvertono di un eccessivo allentamento ”, fa notare ancora Wolfburg che, di conseguenza, sottolinea che Generali Investments prevede che “la BCE mantenga il suo approccio basato sui dati, riunione per riunione, con un’enfasi continua sulle incertezze”. Il punto, dunque, è che, pur “lasciando aperta la porta a ulteriori tagli dei tassi”, la Banca centrale europea “ probabilmente comunicherà anche che il grado di restrizione della politica è significativamente diminuito ”. In ogni caso, la previsione dell’esperto è di “ulteriori tagli dei tassi”.

Ennesima giornata di alta tensione sul mercato dei titoli di Stato. Rendimenti BTP oltre il 4%

Un vero e proprio bagno di sangue inonda anche oggi il mercato dei titoli di Stato dell’Eurozona, che pagano la prospettiva di un Continente volto a fare più debito, al fine di finanziare il piano di riarmo presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. A fare da market mover, già dalla giornata di ieri, anche la proposta tedesca di lanciare un bazooka fiscale di mezzo miliardo di euro, per rivitalizzare un’economia, quella della Germania, che annaspa sempre di più.

Il boom dei rendimenti, di conseguenza, va avanti. Dopo il balzo di 30 punti base che ha colpito i rendimenti sia dei Bund che dei BTP alla vigilia, oggi si assiste a una nuova fiammata. I rendimenti dei BTP a 10 anni hanno superato subito la soglia del 4% all’inizio della giornata di trading, con un balzo superiore a 10 punti base. Volano ancora anche i rendimenti dei Bund a 10 anni, schizzando di 13 punti base al 2,87%.

Lo spread BTP-Bund risale a 112 punti base, ma nella giornata di ieri era capitolato fino al di sotto della soglia di 100 punti base (LEGGI Allarme BTP, rendimenti oltre il 4%. Spread fin sotto 100, ma stavolta Meloni non può brindare

Attesa per avvio Piazza Affari nel BCE Day: futures Ftse Mib in rialzo

Previsto avvio di sessione positiva per i principali indici azionari europei. I futures sui Ftse Mib indicano un rialzo di 307 punti a 38.095 punti, mentre i futures sul Ftse 100 anticipano una crescita di 43 punti a 8779. I futures sul Dax tedesco indicano un aumento di 75 punti a 23.195 punti, mentre quelli sul CAC avanzano di 52 punti a 8.249.

Euro osservato speciale dopo rally a massimo in 4 mesi con fondo Germania

Focus sul rapporto EUR-USD, che è balzato già ieri al record degli ultimi quattro mesi, sulla scia della proposta del prossimo governo tedesco di lanciare un maxi fondo speciale del valore di 500 miliardi di euro per varare investimenti in nuove infrastrutture in Germania nel corso dei prossimi dieci anni. In attesa dell’annuncio sui tassi della BCE, l’euro rimane in rialzo, salendo dello 0,10%, dopo aver incassato ieri il rialzo più forte nei confronti del dollaro dal novembre del 2023. La moneta unica continua la sua ascesa superando anche la soglia di $1,08.

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