Tassi BCE VS Fed, la grande svolta di Lagarde entro l’estate. Che succede ai tagli

Laura Naka Antonelli

14/01/2025

Cosa farà la BCE di Lagarde nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo? Tassi di interesse neutrali finalmente qui? Le dichiarazioni sui tagli.

Tassi BCE VS Fed, la grande svolta di Lagarde entro l’estate. Che succede ai tagli

La BCE di Christine Lagarde si smarcherà sempre di più dalla Fed di Powell, continuando a tagliare i tassi di interesse dell’area euro, a dispetto degli stessi falchi presenti nel suo Consiglio direttivo, che continuano a recitare la litanìa del pericolo di una nuova fiammata dell’inflazione. Parola del governatore della Banca centrale della Finlandia ed esponente del Consiglio della Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde, Olli Rehn.

In un contesto di disinflazione che procede secondo le attese e di un’outlook sulla crescita che si è indebolito, ha senso continuare a tagliare i tassi ”, ha detto Rehn, nel corso di una intervista rilasciata a Bloomberg TV - “La direzione è chiara, e l’intensità e la velocità dei tagli dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo”, ha ribadito il banchiere, rimarcando con queste ultime parole quanto detto più volte dalla stessa numero uno della BCE Lagarde.

BCE finalmente vicina a tassi di interesse neutrali? La road map

Rehn ha poi fatto il grande annuncio, in vista della prossima riunione imminente della Banca centrale europea (occhio alla data):

“Alla luce dell’attuale outlook sull’economia e delle nostre funzioni di reazione, suppongo che la nostra politica monetaria abbandonerà il territorio restrittivo nei prossimi mesi, al più tardi entro la metà dell’estate”.

Le parole del numero uno della Banca della Finlandia, in termini semplici, decretano la svolta tanto attesa dalle colombe: la BCE dirà finalmente addio, grazie ai continui tagli dei tassi, alla restrizione monetaria, ancora in atto nonostante le quattro sforbiciate annunciate nel 2024, successive a quegli imponenti rialzi dei tassi che Lagarde è stata costretta a varare nel 2022 e nel 2023 per rimettere in riga l’inflazione galoppante.

Uscendo dal territorio di restrizione monetaria, i tassi di interesse raggiungeranno finalmente il livello neutrale, il cui valore ipotetico ha fatto tanto scervellare diversi economisti, che si sono chiesti quale fosse nel caso della BCE.

Discesa verso il tasso di interesse neutrale per la BCE: eccolo

In realtà, Rehn aveva risposto a questa domanda in precedenza, affermando che, a suo avviso, il livello neutrale dei tassi di interesse, ovvero il livello in corrispondenza del quale i tassi né frenano né stimolano la crescita dell’economia, oscillerebbe all’interno di un range, effettuando gli aggiustamenti legati all’inflazione, compreso tra lo 0,2% e lo 0,8%.

Ciò significa che, a fronte di un’inflazione dell’area euro che raggiungesse finalmente il target della BCE pari al 2%, il livello neutrale sarebbe identificato nella forchetta compresa tra il 2,2% e il 2,8% per i tassi sui depositi.

Le parole di Rehn sono indubbiamente uno schiaffo ai falchi della BCE, che continuano a predicare tuttora cautela alla BCE, auspicando prudenza nel percorso dei tagli ai tassi.

La stessa presidente della BCE Christine Lagarde, in realtà, non ha dichiarato ancora “Mission Accomplished” nella battaglia che continua a portare avanti contro l’inflazione, mentre si affaccia un altro incubo, peggiore dell’inflazione e della stessa stagnazione.

Tutti i tagli dei tassi annunciati dalla BCE. La frase sparita a fine 2024

Nell’ultima riunione del Consiglio direttivo del 2024, lo scorso 12 dicembre, l’Eurotower, come da attese, ha annunciato un quarto ed ennesimo taglio di 25 punti base, portando i tassi sui depositi, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale a scendere rispettivamente al 3%, al 3,15% e al 3,40%.

Tra i fattori più importanti emersi dall’ultimo atto della BCE del 2024, sicuramente la cancellazione di una frase che, fino a quel momento, si era confermata grande protagonista dei precedenti comunicati, e che aveva confermato l’intenzione dell’Eurotower di mantenere i tassi a un livello restrittivo fino a garantire il ritorno dell’inflazione dell’area euro al target del 2%.

A essere rimossa è stata per la precisione la frase che così recitava: “Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.

La BCE ha iniziato a tagliare i tassi dell’area euro il 6 giugno scorso, per poi procedere a una ennesima riduzione lo scorso 12 settembre.

I tassi di interesse sono stati tagliati per la terza volta dopo la riunione del Consiglio direttivo dello scorso 17 ottobre.

Il quarto taglio dei tassi è avvenuto infine, per l’appunto, lo scorso 12 dicembre. E la domanda che continua ad assillare i mercati, ovviamente, è quante altre volte Lagarde taglierà i tassi nel 2025, e anche negli anni successivi.

BCE VS Fed: divergenza destinata ad aumentare dopo batosta Nonfarm Payrolls

Sembra a questo punto destinata ad ampliarsi la divergenza tra la politica monetaria della BCE di Lagarde e quella della Federal Reserve di Jerome Powell.

In quest’ultimo caso, l’allentamento della restrizione monetaria si è scontrato con gli ultimi dati macro, in particolare con lo shock dei Nonfarm Payrolls, che ha subito massacrato sia Wall Street che i Treasury USA, costringendo diversi economisti a rifare i loro conti, con tanto di annuncio che ha spiazzato ulteriormente le colombe.

Tornando alla BCE, sebbene i falchi non smettano di tacere, i mercati scommettono al momento su altri quattro tagli dei tassi nel corso del 2025, grazie a una inflazione che finalmente è sotto controllo, sebbene la componente dei prezzi dei servizi rimane persistente. E sono già disponibili previsioni anche sul futuro dei tassi di interesse in Eurozona non solo per il 2025, ma fino al 2027. Detto questo, occhio anche a quei cigni neri che potrebbero far saltare in aria i piani di Lagarde.

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