La fiducia dei consumatori USA è di nuovo in calo ma Wall Street non ne risente e scambia in quota 3.500 punti. Quale legame?
Al secondo ribasso consecutivo, la fiducia dei consumatori statunitensi è nei pressi dei minimi da oltre sei anni a causa dei timori su nuove chiusure delle attività economiche e di nuovi contagi da COVID-19.
Nell’ultima rilevazione, l’indice della fiducia dei consumatori elaborato dal Conference Board ha fatto registrare un valore poco sotto gli 85 punti (84,8 punti), meno 35 punti percentuali rispetto a febbraio scorso (quando l’indice si attestava sopra quota 130 punti).
Questo andamento è stato sostanzialmente ignorato da Wall Street che, spinta dai titoli tecnologici e dal mix di stimoli monetari e fiscali, continua la sua corsa.
La fiducia dei consumatori USA non frena Wall Street
L’indice della fiducia dei consumatori è basato su un’indagine su un campione di 5.000 famiglie a cui vengono poste delle domande sulle condizioni attuali dell’economia e del mercato del lavoro e sulle aspettative di reddito future.
La modifica di questo indice indica infatti nuovi piani di consumo presente e futuro della popolazione. Un diverso grado di consumi correnti rispetto ai consumi futuri, ha un ruolo rilevante per un Paese come gli Stati Uniti dove i consumi rappresentano il 70% del PIL. La marcata contrazione dei consumi USA, pertanto, non è un buon segno per l’economia statunitense.
La popolazione, «impaurita» dalle chiusure di imprese e dagli effetti economici di nuovi contagi, riduce gli acquisti correnti per tornare a spendere di più in futuro, quando le condizioni dell’economia saranno migliori («saving for the rainy day effect»).
Storicamente, la contrazione della fiducia dei consumatori ha rappresentato un fattore negativo per Wall Street. Questo perché minori consumi si traducono in minori ricavi delle imprese («la spesa di una persona è il reddito di un’altra» come sostiene Ray Dalio). Minori ricavi producono minori profitti che riducono le quotazioni azionarie.
Questa volta non è così. L’indice S&P500 scambia in quota 3.500 punti anche e soprattutto grazie ai titoli tecnologici come Apple, che di recente ha raggiunto il traguardo di 2 trilioni di capitalizzazione di borsa (quasi il PIL italiano del 2019), Amazon e Microsoft.
S&P500 vs Indice della fiducia del consumatori USA. Fonte: Bloomberg
La divergenza tra economia reale e mercati finanziari è da ricondurre alle enormi risorse messe in campo dall’amministrazione Trump per contrastare gli effetti del Coronavirus e, in misura maggiore, all’enorme dose di liquidità che la Federal Reserve sta riversando, che continuerà a riversare, sui mercati.
Il mix di stimoli fiscali-monetari è destinato a continuare ad alimentare lo spread tra sentiment dei consumatori e quotazioni azionarie (che fino al periodo pre-Covid hanno fatto registrare un andamento simile) anche nei prossimi mesi.
Cosa aspettarsi per il futuro?
Nonostante la contrazione dell’economia, diversi analisi ritengono che i tecnologici (il 30% di Wall Street) continueranno a spingere il mercato anche in futuro.
In questo scenario, ulteriori contrazioni del sentiment dei consumatori non saranno sufficienti a spaventare gli investitori e affossare Wall Street.
© RIPRODUZIONE RISERVATA