Ieri il forte crollo del mercato azionario dopo l’uscita dei dati sull’inflazione Usa.
Mercati azionari in crollo totale, soprattutto quelli Usa. Il Nasdaq va oltre il -4% mentre i cugini europei come Dax e Ftse Mib si comportano meglio con chiusure e performance negative nettamente più contenute intorno al -2%. Questo va a compromettere completamente l’attuale ripresa, oppure è un forte ritracciamento che da respiro al mercato?
Vediamolo insieme con un’analisi sui time frame più grandi facendo un confronto tra Dax e Nasdaq, rispettivamente il più importante indice tedesco e il più importante indice tecnologico americano. In questo contesto di forte emozionalità dei mercati, è doveroso considerare l’aspetto tecnico che ci viene in soccorso sempre in queste situazioni
Cosa è successo ieri sui mercati?
Il ritracciamento, come possiamo vedere nell’articolo scritto ieri, era atteso ma non fino a questo punto. Ci si aspettava un movimento ribassista proprio a ridosso dell’uscita del dato, quindi alle 14:30, ma da lì in poi il mercato azionario è solamente sceso con una forza che non vedevamo da tempo e considerando l’attuale situazione di mercato dove di lunghissimo periodo la situazione è palesemente ribassista sia a livello tecnico che macroeconomico, è normale pensare a un proseguimento di un ribasso così forte.
Nasdaq, subito dopo l’uscita del dato, scende rovinosamente e prosegue tutto il pomeriggio fino alla chiusura. Dax e Ftse Mib scendono ugualmente ma non con la stessa forza, probabilmente dovuta al fatto che il dato in uscita riguardava proprio gli Usa. Osservando quindi la dinamica di prezzo, spaventosamente ribassista su base giornaliera, è doveroso fare delle considerazioni tecniche importanti per vedere effettivamente cosa sta succedendo sui mercati. Nell’articolo di ieri si parlava del fatto che ci sarebbe stato un ritracciamento che non avrebbe comunque inficiato il trend rialzista di breve in atto sui mercati, un trend rialzista che dovrebbe portare i mercati verso dei massimi di breve che farebbero da preludio a un crollo nel 2023. La situazione è cambiata?
I mercati europei reggono ancora
In questi casi di aumento di volatilità, è doveroso andare ad analizzare l’andamento dei prezzi degli asset coinvolti. In primis c’è ovviamente il Nasdaq che di breve risulta ancora ribassista ma che ha visto comunque l’arresto di questa discesa in un’area importante nel lungo periodo, ossia l’area dei 12000 punti. Questi sono minimi a 3 settimane e ci troviamo comunque al di sopra di minimi su base mensile importante al di sopra degli 11700-11800 punti, livelli che non si esclude possano essere toccati nel corso dei prossimi giorni.
Per quanto riguarda il Dax la situazione è diversa, o meglio, sembra essere più ottimista. Ci troviamo ampiamente al di sopra dei minimi delle scorsa settimane, ossia area 12900. In questo momento la dinamica, essendo ieri crollati i mercati, potrebbe essere laterale ribassista, una dinamica classica di ricerca minimi per comprare di nuovo il mercato. Su base mensile il Dax presenta ancora una dinamica rialzista ma il tutto è da seguire giorno per giorno con l’ipotetico aggiornamento di minimi.
Cosa potrebbe succedere?
La dinamica su base mensile e su base settimanale è ancora rialzista. Come possiamo vedere nel grafico in allegato del Dax, su base settimanale abbiamo un’area solida che il mercato sta comprando da molte settimane e la dinamica risulta ancora essere rialzista proprio su quei livelli. Il limite massimo di quest’area che è evidenziata in verde, è proprio 12900, livello che non si esclude possa toccare proprio nella giornata di oggi, magari nel pomeriggio durante l’apertura del cash americano.
In questi contesti la prudenza non è mai troppa, pertanto risulta opportuno osservare i time frame più grandi. Stessa cosa possiamo dire di Nasdaq che in questo momento si trova a ridosso dei 12100 e che potrebbe vedere ulteriori accelerazioni al ribasso al di sotto dei 12000, area interessante per il mercato ai fini di una ripresa nel lungo periodo.
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