Eredità, a chi vanno i mobili del defunto?

Ilena D’Errico

21 Gennaio 2023 - 19:01

Con la divisione dell’eredità il patrimonio del defunto viene diviso tra gli eredi a seconda delle quote. A chi vanno quindi i mobili?

Eredità, a chi vanno i mobili del defunto?

Durante la divisione ereditaria tutti i beni vengono divisi secondo le quote ereditarie loro spettanti. Il calcolo viene quindi effettuato in percentuale, a meno che il defunto abbia lasciato altre disposizioni specifiche nel testamento, con la nomina di uno o più legatari. Questo significa che chi eredita la casa, ad esempio, non eredita al contempo i mobili che la arredano. Peraltro, non è neanche detto che l’immobile venga interamente ereditato da uno solo degli eredi. Bisogna sempre guardare, infatti, al valore percentuale, che viene calcolato sull’intero patrimonio.

A chi vanno i mobili del defunto

I mobili del defunto vengono assegnati a una persona determinata soltanto se questo viene previsto in modo specifico dalle disposizioni testamentarie. La nomina a erede, infatti, avviene sempre sulla base di quote percentuali. Il legatario, invece, entra di diritto in possesso di uno o più beni specifici. Non ci devono essere particolari motivazioni a riguardo, purché il bene sia definito in modo preciso e il suo valore non violi le quote di legittima.

A parte i lasciti legatari, la divisione dei mobili avviene in egual modo sia che il defunto abbia lasciato un testamento, che in assenza di quest’ultimo. L’unico punto di differenza è rappresentato dall’eventuale differenza di quote ereditarie e dagli eredi aggiuntivi indicati nel testamento per quanto concerne la quota disponibile. In ogni caso, la divisione deve essere effettuata considerando il valore economico di tutti i mobili, così da assicurare a tutti gli eredi un trattamento equo e conforme alla quota spettante.

Naturalmente agli eredi è permesso operare una divisione dei beni ereditari anche senza arrivare alla vendita, purché si riesca a giungere a un accordo comune e rispettoso delle quote di ognuno. Questo, tuttavia, non è possibile quando ci sono dei disaccordi, in particolar modo se la questione deve essere sottoposta al giudice per ottenere la divisione. Allo stesso tempo, tuttavia, bisogna ricordare che i mobili (così come gli altri beni del defunto) vengono inventariati per poter procedere alla divisione. Di conseguenza, se è possibile arrivare a una ripartizione accurata senza vendere i beni, questa soluzione non è da escludere.

Normalmente, però, si tratta di un meccanismo piuttosto complicato. Evidentemente, infatti, è molto difficile operare una distribuzione equa secondo i valori del mobilio, senza procedere alla vendita. Oltretutto, gli eredi a parità di valore non possono avanzare pretese su beni specifici (a meno che siano stati lasciati tramite legato), ma semplicemente in relazione alla propria quota di eredità.

In tal proposito, però, a prescindere dall’accordo degli eredi, è bene sapere che la divisione giudiziale richiede comunque un tempo non indifferente. Di conseguenza, si tratta di un passaggio poco funzionale, a meno che i mobili in questione abbiano un particolare valore. Questo non significa che gli eredi non possano ottenere la divisione per via legale, bensì che si tratta di un’operazione poco conveniente rispetto alla divisione accordata fra gli interessati.

I mobili della casa coniugale

Esiste, poi, una situazione particolare in cui la divisione dei mobili nell’eredità è soggetta a variazioni rispetto alla procedura normale. Questo si verifica alla presenza del coniuge superstite, il quale conserva il diritto di vivere all’interno dell’abitazione coniugale e di utilizzare tutti i beni mobili presenti al suo interno. Questo non significa che il coniuge superstite eredita in automatico tutti i mobili dell’abitazione coniugale, ma semplicemente che ha il diritto di utilizzarli. In questo caso, bisogna anche distinguere l’effettiva proprietà dei beni. Se i mobili sono stati acquistati durante il matrimonio, rileva il regime matrimoniale dei coniugi. Di conseguenza, se i coniugi erano in comunione dei beni, i mobili sono considerati al 50% di proprietà del coniuge superstite. Sono di proprietà esclusiva del defunto, invece, se si tratta di beni personali, acquistati prima del matrimonio, o acquistati dopo con divisione dei beni.

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