Invalidi al 100%, i bonus e le agevolazioni per gli inabili al lavoro aggiornate all’1 gennaio 2024.
Più la percentuale di invalidità è alta e maggiori sono le tutele che lo Stato riconosce al cittadino, in particolare per quanto riguarda bonus e agevolazioni.
Il massimo grado di invalidità è quello indicato con il 100%, il quale riferisce a una persona che manifesta, a causa di una menomazione fisica o psichica, una totale inabilità lavorativa. A seconda dei casi tale percentuale può essere oggetto o meno di revisione (ad esempio per le persone con invalidità oncologica): in quest’ultimo caso alla scadenza indicata dal verbale Inps bisognerà sottoporsi nuovamente alla visita di controllo che potrà confermare l’invalidità totale oppure rivedere al ribasso la percentuale.
Solitamente per l’inabilità totale si utilizza la dicitura “invalido con totale e permanente inabilità lavorativa (artt. 2 e 12, L. 118/1971)”, oppure quella con cui si aggiunge l’impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore. Quest’ultima precisazione è importante in quanto solamente nell’ultimo caso tra le agevolazioni e i bonus spettanti figura anche l’indennità di accompagnamento.
A tal proposito, ecco quali sono i diritti e le agevolazioni in capo ai soggetti con invalidità civile riconosciuta al 100%, nonché i requisiti necessari per accedervi.
Benefici per chi ha un’invalidità al 100%
Come già accennato, i benefici legati all’invalidità civile dipendono dalla percentuale di invalidità riconosciuta a chi ne fa richiesta. Nel caso d’invalidità civile totale, riconosciuta al 100%, si potrà fruire dei seguenti benefici:
- diritto ad agevolazioni fiscali, ad esempio per l’acquisto di auto o di sussidi tecnici e informatici, come ad esempio lo smartphone, utili per favorire l’autonomia della persona invalida;
- agevolazioni fiscali per le spese sostenute per badanti e colf, come pure per le spese sostenute per l’assistenza specifica resa da personale medico e sanitario;
- l’erogazione di protesi, ortesi e ausili correlati al tipo di minorazione accertata a carico del Servizio Sanitario Nazionale;
- scelta della sede di lavoro, e possibilità di rifiutare un trasferimento, per il dipendente che assiste una persona con grave handicap;
- possibilità di ottenere il contrassegno per parcheggiare negli appositi spazi riservati a “persone invalide con effettiva capacità di deambulazione impedita, o sensibilmente ridotta”.
Oltre a tali agevolazioni, inoltre, chi è invalido al 100% potrà anche richiedere la pensione d’inabilità, che può essere di tipo previdenziale o assistenziale, alla quale - in presenza di determinate condizioni - si affianca l’indennità di accompagnamento, un assegno che viene riconosciuto a chi ha difficoltà a compiere gli atti quotidiani della vita o a chi non può deambulare senza l’aiuto di un’altra persona.
La pensione d’inabilità
Ci sono due tipologie di pensione di inabilità: la previdenziale e quella assistenziale, conosciuta anche come pensione di invalidità civile.
Entrambe sono riconosciute agli invalidi civili al 100% con età compresa tra i 18 e i 67 anni (età pensionabile per il 2024), tuttavia mentre quella previdenziale spetta esclusivamente alla generalità dei lavoratori iscritti presso una delle assicurazioni obbligatorie Inps, quella assistenziale si rivolge ai cittadini che si trovano in una condizione di difficoltà economica.
Nel dettaglio, per quest’ultima - per cui la prestazione ha un importo di 333,33 euro ed è riconosciuta per 13 mensilità - bisogna soddisfare un determinato limite reddituale che per il 2024 è pari a 19.461,12 euro. Per gli invalidi civili al 100% vi è però la possibilità di aumentare l’importo della relativa pensione grazie alla maggiorazione sociale conosciuta come incremento al milione.
Se per la pensione di inabilità civile non è richiesto alcun minimo contributivo, per la pensione di inabilità previdenziale, invece, è necessario che il lavoratore iscritto ad un fondo obbligatorio Inps abbia maturato almeno 5 anni di anzianità assicurativa e previdenziale, 3 dei quali maturati nei 5 anni precedenti alla domanda di pensione.
In questo caso per il calcolo dell’importo si applicano gli stessi metodi utilizzati per l’assegno della pensione di vecchiaia; l’importo, quindi, dipende dalla base dei contributi effettivamente versati.
Indennità di accompagnamento
A chi viene riconosciuta l’invalidità civile al 100%, inoltre, può essere concesso un altro tipo di beneficio di natura assistenziale.
Nel caso di difficoltà a compiere gli atti quotidiani della vita e qualora non si riesca a deambulare senza l’aiuto di un’altra persona, potrà essere richiesta e riconosciuta l’indennità di accompagnamento. Tale stato, però, dovrà essere espressamente indicato nell’apposito verbale d’invalidità.
L’indennità di accompagnamento consiste nell’erogazione di un assegno pari a 531,76 euro mensili (per 12 mensilità), e non è subordinata alla situazione economica del richiedente.
Assegno di vedovanza
Se il coniuge superstite che percepisce la pensione di reversibilità è al tempo stesso è inabile al lavoro, può avere diritto agli assegni al nucleo familiare per se stesso. In tal caso si parla di assegno di vedovanza, il cui importo aggiornato per il 2024 è pari a:
- 52,91 euro con reddito non superiore a 31.569,47 euro;
- 19,59 euro con reddito compreso tra 31.569,47 e 35.413,24 euro.
A cosa ha diritto l’invalido al 100% non ancora maggiorenne?
È bene fare una distinzione tra gli under 18 e gli over 67 e coloro che invece si trovano in età lavorativa.
Nel dettaglio, mentre per quest’ultimi, al fine del riconoscimento del 100% di invalidità, bisogna effettivamente dimostrare la totale incapacità di lavorare, nel caso degli under 18 e degli over 67 basta accertare una totale difficoltà nella deambulazione tale da rendere necessaria la continua assistenza, per far scattare il diritto alle agevolazioni e benefici dell’invalido al 100%. Per queste due categorie, infatti, è impossibile presumere e dimostrare la perdita totale della capacità di lavoro (vista la loro età).
In tal caso, ai minorenni spetta l’indennità di frequenza. Ne hanno diritto i minori che presentano difficoltà persistenti nello svolgere i compiti e le funzioni della propria età e la sua erogazione è vincolata alla frequenza in modo continuativo o anche periodico di un istituto scolastico (di ogni ordine e grado, anche privato), di un centro di formazione o addestramento professionale o, infine, di un centro specializzato nel trattamento terapeutico o nella riabilitazione e nel recupero di persone portatrici di handicap.
Il limite di reddito per averne diritto nel 2024 è pari a 5.725,46 euro: l’importo della prestazione è di 531,76 euro, ma a differenza della pensione d’invalidità civile per i maggiorenni spetta per sole 12 mensilità.
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