Legge di Bilancio 2025, versione definitiva. Tutte le novità

Patrizia Del Pidio

21/12/2024

Fiducia definitiva alla Camera per la Legge di Bilancio 2025. Ora passa al Senato dove arriva blindata. L’approvazione definitiva è attesa tra Natale e Capodanno.

Legge di Bilancio 2025, versione definitiva. Tutte le novità

Con 204 voti favorevoli, 110 contrari e 6 astenuti la Legge di Bilancio 2025 ottiene la fiducia definitiva alla Camera. Ora il testo passa al Senato e poi l’approvazione definitiva in Aula dovrebbe arrivare tra il 27 e il 28 dicembre. Il testo della Manovra non dovrà passare nuovamente in Commissione Bilancio perché sono state trovate ulteriori coperture (circa 100 milioni di euro) ed è la prima volta nella storia della Repubblica Italiana.

Fino ad ora la Legge di Bilancio ha avuto un percorso abbastanza difficile, ma in ogni caso l’iter ci restituisce una Manovra da 30 miliardi di euro. Rispetto al testo originario molte sono le conferme, ma ci sono anche alcune novità di rilievo.

Vediamo quindi cosa prevede la legge di Bilancio 2025, quali sono le misure più importanti tra quelle approvate, fermo restando comunque che fino a quando non verrà pubblicato il testo della manovra non potremo scendere nel dettaglio dei singoli provvedimenti.

La Legge di Bilancio 2025

La parola d’ordine in questi anni sarà ridurre il debito pubblico. Essendo troppo elevato, costituisce un fattore di vulnerabilità per l’Italia e proprio per questo il percorso di risanamento che si sta percorrendo mira a ridurlo. Questo ha delle conseguenze sugli interventi che si potevano fare con la Legge di Bilancio 2025.

Dei 30 miliardi necessari, circa la metà è destinata a rendere strutturali l’Irpef a tre aliquote e il taglio al cuneo fiscale. Per il resto la Manovra prevede l’addio delle detrazioni per le caldaie a gas, stanziamenti alla Tav, lo stop alla proroga per un altro semestre al trasferimento del Tfr nei fondi pensioni, tagli ai ministeri, ridefinizione dei bonus per la casa, contributi chiesti a banche e assicurazioni.

Irpef a 3 aliquote

Confermata l’Irpef a tre aliquote anche per il 2025 e resa strutturale. Anche per il 2025 le tasse si pagheranno in base alle seguenti aliquote e scaglioni:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro;
  • 43% per redditi oltre i 50.000 euro.

Taglio Irpef al ceto medio rimandato

Il taglio dell’Irpef al ceto medio con il quale si contava di abbassare la seconda aliquota dal 35% al 33%, è rimandato al 2026. Con il gettito del concordato preventivo non ancora certo, visto che le adesioni si sono chiuse il 12 dicembre, gli sgravi per il ceto medio sono stati rimandati, ma non si esclude che si possa prevedere un intervento con un decreto a inizio anno. In ogni caso il Governo rassicura che il taglio della seconda aliquota ci sarà, ma solo una volta consolidati i conti pubblici

Taglio al cuneo fiscale e detassazione premio di produttività

La manovra rende strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro (fino a uno stipendio di massimo 2.692 euro lordi al mese), già in vigore nel 2024. Il taglio al cuneo fiscale sarà esteso anche i redditi superiori ai 35.000 con una decalage che lo porterà a sparire superati i 40.000 euro. Questo per evitare lo scalone che inevitabilmente c’era per chi guadagnava meno e più di 35.000 euro.

Rispetto allo scorso anno c’è un cambiamento radicale: non si tratta più di uno sgravio sui contributi ma di un bonus per chi ha redditi fino a 20.000 euro e di uno sgravio fiscale per chi si trova nella fascia di reddito tra 20.000 e 40.000 euro.

Per ottenere lo sgravio, però, non si considererà più solo la retribuzione, ma il reddito complessivo. Il bonus sarà strutturato in questo modo:

  • fino a 8.500 euro di reddito si avrà un contributo del 7,1% l’anno;
  • tra 8.500 e 15 mila euro il contributo scende al 5,3%;
  • tra i 15 mila e i 20 mila euro cala ulteriormente al 4,8%;
  • tra 20.000 e 32.000 euro detrazione di 1.000 euro;
  • da 32.000 a 40.000 detrazione con decalage graduale.

Per il triennio 2025-2027, viene inoltre confermata la tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori. Questo incentivo mira a sostenere la produttività e l’occupazione, favorendo un sistema di bonus aziendali fiscalmente agevolati.

Revisione delle detrazioni fiscali

Aleggiava nell’aria da tempo un intervento sui bonus edilizi. L’esecutivo si è sempre schierato contro il superbonus e l’enorme buco che ha provocato nel bilancio e proprio per questo si parla di rivedere l’intero funzionamento delle detrazioni e degli sconti per le famiglie che ristrutturano gli immobili. L’idea è quella di mettere in forse i benefici per le famiglie con redditi più alti.

Le detrazioni per i figli a carico si potrà averle solo per i figli con età dai 21 ai 30 anni del figlio, senza limiti di età, invece, se il figlio è disabile. Per le detrazioni su oneri e spese, invece, fino a 75.000 euro non cambia nulla, ma per redditi superiori il limite massimo di detrazione sarà da calcolare moltiplicando la detrazione base per il coefficiente familiare.

La detrazione massima per redditi tra 75.000 e 100.000 euro sarà di 14.000 euro, oltre i 100.000 euro si potrà beneficiare al massimo di una detrazione di 8.000.
Questo importo massimo delle detrazioni, però, per stabilire la reale spettanza va moltiplicato per uno dei seguenti coefficienti:

  • 0,50 se nel nucleo non ci sono figli a carico;
  • 0,70 in presenza di un figlio;
  • 0,85 con due figli;
  • 1 con più di due figli o almeno uno con disabilità.

Le pensioni

Un capitolo è dedicato alle pensioni. Si tratta sempre di un argomento abbastanza spinoso visto che la priorità è data sempre alle spese indifferibili (come il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici). Le risorse che rimangono a disposizione per il capitolo previdenziale sono sempre troppo poche per tradursi in un intervento che sia davvero di impatto.

Con il decreto fiscale è stata rifinanziata l’Ape sociale per il 2025 e fino al 2028.

Confermate, oltre all’Ape sociale, Quota 103, Opzione donna con delle restrizioni in più e un probabile allungamento della finestra di accesso alla pensione anticipata ordinaria.

Un’altra misura che viene inserita nella manovra di fine anno è quella che incentiva i lavoratori a rimanere in servizio più a lungo, prevedendo l’introduzione di premi per chi rinuncia all’uscita anticipata. Si è parlato anche di una possibile cancellazione del collocamento a riposo d’ufficio obbligatorio per i dipendenti pubblici, lasciando al singolo la scelta se rimanere in servizio o aderire alla pensione.

Confermato per il 2025 anche l’incremento straordinario del 2,7%, oltre l’inflazione, per le pensioni minime che dovrebbe raggiungere l’importo mensile di 621 euro circa.

Pensione a 64 anni potenziata

Per accedere alla pensione a 64 anni e con 20 anni di contributi viene prevista una possibilità in più. Si tratta della cosiddetta pensione anticipata contributiva che è aperta solo a coloro che hanno solo contributi versa ti dopo il 1995 e che richiede, tra i requisiti di accesso, che l’importo della pensione si pari ad almento 3 vlte l’assegno sociale (1.603 euro al mese).

Si tratta di un requisito molto difficile da raggiungere che limita moltissimo l’accesso a questa misura che permette l’uscita a 64 anni. L’emendamento approvato, e presentato dalla Lega, vuole che dal 2025 per superare il requisito dell’importo possa essere utilizzata anche l’eventuale rendita maturata in un fondo di previdenza integrativa. Se si utilizza questa possibilità, però c’è una variazione anche nei contributi necessari che diventano 25 anni fino al 2029 e 30 anni dal 2030.

Misure a favore delle famiglie

Le misure sui congedi parentali vengono confermate e potenziate e passano da 2 a 3 mesi. Inoltre, viene introdotta una «Carta per i nuovi nati», che assegna 1.000 euro ai genitori con un Isee inferiore a 40.000 euro, come sostegno per le prime spese legate alla nascita di un figlio. Viene anche rafforzato il bonus asili nido, oltre poi all’esclusione delle somme relative all’Assegno unico universale dal calcolo dell’Isee.

Oltre alle misure per i nuovi nati, la manovra rifinanzia la «Carta dedicata a te» con 500 milioni di euro per il 2025, a supporto delle famiglie a basso reddito. Sul fronte delle detrazioni fiscali, la legge introduce un sistema modulato in base al numero dei componenti del nucleo familiare: più numerosa la famiglia, maggiori saranno gli spazi per ottenere detrazioni.

Fondo dote famiglia

Tra gli emendamenti che arricchiscono la Legge di Bilancio dovrebbe entrare anche quello che riguarda il “Fondo dote famiglia” che dovrebbe finanziare le attività extrascolastiche dei figli tra 6 e 14 anni, per le famiglie con Isee fino a 15.000 euro.

Proroga bonus ristrutturazioni al 50%ed ecobonus

Una novità importante inserita nella manovra riguarda la riconferma, anche per il 2025, del bonus ristrutturazioni al 50% e dell’ecobonus. A inizio 2025, infatti, entrambi i bonus sarebbero dovuti scendere al 36%, ma la Manovra li prevede con le seguenti aliquote:

  • al 50%, ma limitatamente alle prime case;
  • per le seconde case si potrà fruire della detrazione al 36%.

Si conferma, poi, anche il bonus mobili al 50% per tutto il 2025.

Addio alle detrazioni per le caldaie a gas

Un emendamento approvato elimina del tutto la possibilità di fruire di incentivi fiscali per l’acquisto e l’installazione delle caldaie a gas. Il testo originario della Manovra prevedeva una eliminazione graduale dei bonus fiscali per le caldaie a combustibile fossile e per il 2025 eliminava l’incentivo solo per l’installazione. Con l’emendamento approvato, però, si recepisce quanto previsto dalla direttiva Case green eliminando del tutto i benefici fiscali per queste caldaie.

Bonus elettrodomestici

Arriva anche il bonus elettrodomestici, che non deve essere confuso con il bonus mobili legato alla ristrutturazione della casa. In questo caso il bonus è volto a incentivare la sostituzione degli elettrodomestici vecchi e obsoleti con apparecchi che garantiscano una classe energetica più alta (non inferiore alla B).
Con il bonus si potrà coprire il 30% del costo dell’elettrodomestico con un limite massimo di 100 euro a famiglia (200 euro per famiglie con Isee fino a 25.000 euro).

Ires premiale per le imprese

Ottiene il via libera anche l’Ires premiale per le imprese che assumono in pianta stabile o investono in beni strumentali (macchinari) la maggior parte degli utili.

Il taglio dell’Ires è dal 24% al 20% per le imprese che assumo e che investono. Per ottenere il bonus, in ogni caso, le imprese deve rispettare diverse condizioni tra le quali:

  • una quota non inferiore all’80% degli utili di esercizio deve essere accantonata;
  • almeno il 30% degli utili accantonati deve essere destinato agli investimenti (mai inferiori a 20mila euro);
  • il numero di unità lavorative non deve essere diminuito nel 2025 rispetto alla media del triennio precedente;
  • che siano effettuate nuove assunzioni di lavoratori con contratto a tempo indeterminato che costituiscano un incremento;
  • l’impresa non deve fare ricorso alla cassa integrazione.

Incentivi al Sud e per le imprese

Più soldi per gli investimenti al Sud e gli incentivi previsti dalla Zes saranno cumulabili con quelli di Transizione 5.0. Questi ultimi vengono rafforzati e ampliati con la mini decontribuzione per il lavoro nel Mezzogiorno.

La dotazione della Zes passa da 1,6 miliardi a 2,2 miliardi di euro. Gli incentivi della Transizione 5.0, invece, sono rafforzati con un’aliquota superiore per il credito di imposta per gli investimenti superiori a 10 milioni e per quelli per il fotovoltaicol
Per le imprese che hanno fino a 250 dipendenti, inoltre, arriva la decontribuzione del 25% per coloro che risultano occupati (l’aliquota scende al 20% nel 2026 e 2027) fino a un massimo di 145 euro per 12 mensilità.

Fringe benefit aumentati per i neoassunti

Un prevvedimento a parte è destinato ai neo assunti che si trasferiscono per lavoro. Per questi lavoratori i fringe benefit per sostenere la spesa dell’affitto potrebbero arrivare a 5.000 euro, in base a quanto anticipato dal Ministro Giorgetti.

La novità si inserisce in un quadro più ampio, chiamato Piano Casa, che intende favorire la mobilità dei lavoratori anche per consentire alle imprese il reperimento di mano d’opera specializzata attingendo a un bacino di lavoratori più ampio.

In arrivo il contributo da banche e assicurazioni

Parte dei fondi necessari per la Legge di Bilancio arriveranno dalle banche più grandi e dalle assicurazioni. L’anticipo sulle Dta dovrebbe portare fondi per 3,5 miliardi di euro. Il Governo ci tiene a precisare che non si tratta di una tassa sugli extraprofitti, ma un accordo con gli istituti che permetta di trovare una soluzione valida. La necessità è quella di trovare liquidità per lo Stato tramite le imposte anticipata che, invece, di essere ammortizzate nel biennio successivo saranno recuperate dilazionate nel tempo.

Il sacrificio richiesto alle banche coinvolge anche le assicurazioni: : per il ramo terzo e il ramo quinti (prodotti finanziari) l’imposta di bollo che oggi è versata dall’assicurazione a scadenza della polizza, cambia e dovrà essere versata anno per anno (stimato 1 miliardo di extra gettito per il 2025)

Tetto unico ai fringe benefit

Nella Legge di Bilancio 2025 dovrebbe essere inserita una rimodulazione dei fringe benefit, ovvero delle componenti della retribuzione che sono corrisposte al lavoratore dipendente sotto forma di servizi e beni (auto aziendale e cellulare sono un esempio) che l’azienda fornisce ai dipendenti.

La maggioranza a tal proposito sta valutando se inserire un tetto unico di esenzione fiscale per questi benefici da fissare tra i 1.500 e i 2.000 euro. L’ultima Legge di Bilancio aveva previsto una soglia di esenzione per questi beni e servizio di:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori;
  • 2.000 euro per quelli con figli a carico.

Prima di questo intervento della manovra 2024, in ogni caso era prevista una soglia esentasse di:

  • 258,23 per i lavoratori senza figli a carico;
  • 2.000 euro per chi aveva figli a carico.

Bonus mamma in busta paga

L’obiettivo di questo Governo, da sempre dichiarato, è quello di incentivare la natalità per contrastare il calo demografico del nostro Paese. Una misura introdotta lo scorso anno proprio con questo scopo è il bonus mamme in busta paga, uno sgravio totale dei contributi (per un tetto massimo di 3.000 euro l’anno) dovuti dalle lavoratrici dipendenti con almeno 3 figli e prevista fino al 31 dicembre 2026. La misura è stata prevista, ma solo per il 2024, anche per le mamme con due figli e molto probabilmente sarà prorogata anche per il prossimo anno.

L’intenzione è quella di estendere il beneficio anche alle lavoratrici autonome.

Rinnovo contratti pubblici

Il governo sta valutando di inserire in Legge di Bilancio anche un primo stanziamento per il rinnovo dei contratti pubblici degli oltre 3 milioni di dipendenti della pubblica amministrazione. I rinnovi per il triennio 2022, 2023 e 2024 si stanno giusto chiudendo e il nuovo stanziamento (da definire) servirebbe per la nuova tornata, quella per il triennio dal 2025 al 2027.

L’obiettivo è quello di rendere i rinnovi più continui per non creare troppi squilibri nei conti dei dipendenti pubblici.

Aumento detassazione mance

Un altro emendamento approvato prevede l’aumento dal 25 al 30% del limite di detassazione per le mance del personale di bar e ristoranti. Aumenta anche il reddito al di sotto del quale la detassazione si applica da 50 mila e 70 mila euro.

Psicologo a scuola

Una proposta, voluta dal Pd e inserita nella Legge di Bilancio, istituisce un fondo per il servizio di sostegno psicologico nelle scuole. La Manovra prevede lo stanziamento di 10 milioni di euro per il 2025, 18,5 milioni di euro a partire dal 2026.

Flat tax estesa

La Lega ottiene una piccola vittoria con l’estensione della flat tax. Il tetto massimo per la permanenza rimane fissato a 85.000 euro, ma il regime forfettario sarà aperto anche a chi ha redditi da lavoro o da pensione fino a 35.000 euro, contro i 30.000 oggi in vigore.

Stretta sulla Naspi

Tra i correttivi della Manovra c’è la stretta sulla Naspi. Coloro che hanno presentato dimissioni da un contratto di lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti, potranno avere la Naspi, in caso di licenziamento da nuovo impiego solo nel caso che da quest’ultimo siano state versate almeno 13 settimane di contributi.
La novità si affiancherebbe all’articolo 19 del ddl lavoro che prevede che il rapporto di lavoro sia considerato come risolto per volontà del lavoratore dopo 16 giorni di assenza ingiustificata. Si tratta di correttivi che vogliono contrastare l’uso improprio della Naspi.

Straordinari detassati

Nell’ultimo vertice di maggioranza un’altra della misure concordate è la detassazione degli straordinari di medici specializzandi e infermieri: la tassazione sarà al 5%.

Sempre per le professioni sanitarie e nello specifico per quel che riguarda specializzandi veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi arriva una borsa di studio. Dall’anno accademico 2024/2025 la borsa di studio di importo pari a 4.773 euro l’anno per tutta la durata del corso di studi (con pagamento mensile di circa 398 euro).

Web Tax

Aveva suscitato molta polemica la proposta di eliminare il limite di introiti per l’applicazione della web tax contenuta in un emendamento. La web tax, in ogni caso, anche nel 2025 è applicata solo alle imprese con fatturato globale non inferiore a 750 milioni di euro.

Tassazione Bitcoin

La tassa sulle plusvalenze delle criptovalute cambia, anche se l’aliquota resta al 26%: sparisce la franchigia di 2.000 euro e, quindi, chiunque abbia plusvalenze, anche minime, sarà chiamato a versare l’imposta. La tassazione, in ogni caso, dovrebbe salire al 33% a partire dal 2026.

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