A gennaio aumentano le pensioni, vantaggi anche per le misure di tipo assistenziale. Ecco i nuovi importi dell’Assegno sociale, la pensione minima e la pensione per invalidi civili.
L’aumento dell’importo delle pensioni atteso a gennaio 2025 riguarderà anche quei trattamenti che si rivolgono a coloro che hanno un reddito basso. In particolare sono tre le misure attenzionate:
- l’Assegno sociale, detto anche “pensione sociale”, ossia quella prestazione che spetta a coloro che all’età pensionabile (67 anni) hanno un reddito al di sotto della soglia prevista della normativa;
- il trattamento al minimo della pensione, detto anche pensione minima, ossia la soglia minima di pensione che viene garantita a coloro che hanno almeno un contributo settimanale versato entro il 31 dicembre 1995 e soddisfano determinati requisiti reddituali;
- la pensione di invalidità civile, spettante a coloro che hanno una capacità lavorativa ridotta di almeno il 74% e soddisfano le soglie reddituali previste dalla normativa, che sono più basse fino al 99% di invalidità e più alte per gli inabili civili.
Tre misure che rappresentano un riferimento importante per chi ha un reddito basso, a maggior ragione quando nel 2025 gli importi - e di conseguenza anche i requisiti per beneficiarne - verranno adeguati al costo della vita per effetto della rivalutazione. Un aumento che secondo le stime riportate prima nel Def e poi nel Piano strutturale di bilancio, dovrebbe essere compreso tra l’1,6% e l’1,8%.
Un aumento che indipendentemente da quale sarà la decisione che il governo prenderà in merito alla rivalutazione - ossia se tornare ad adottare le regole fissate dal provvedimento originario, la legge n. 448 del 1998, oppure se predisporre dei tagli come nelle ultime due leggi di Bilancio - sarà pari al 100% del tasso di inflazione accertato.
L’aumento dell’Assegno sociale
Oggi l’Assegno sociale, la prestazione assistenziale che spetta a coloro che al compimento dei 67 anni hanno un reddito molto basso, ad esempio perché non sono riusciti ad assicurarsi una pensione, ha un importo massimo pari a 534,41 euro per 13 mensilità.
L’importo annuo è quindi pari a 6.947,33 euro, che tra l’altro è anche la soglia entro cui l’Assegno sociale spetta alla persona sola. Ricordiamo però che l’importo spetta per intero solo a chi ha un reddito pari a zero, altrimenti è pari alla differenza tra la suddetta soglia e il reddito percepito.
Nel caso dei pensionati coniugati, invece, per spettare per intero è anche necessario che il reddito coniugale risulti pari o inferiore al valore annuo dell’Assegno sociale. Viene riconosciuto con importo ridotto quando invece è superiore ma entro le 2 volte il valore annuo dello stesso, quindi 13.894,66 euro nel 2025.
Con la rivalutazione, dall’1 gennaio 2025 l’importo dell’Assegno sociale salirà tra i 542,96 e i 544,03 euro a seconda di quello che sarà il tasso di inflazione accertato (che appunto dovrebbe essere compreso tra 1,6% e 1,8%).
La soglia reddituale personale entro cui stare per averne diritto sale quindi tra 7.058,48 e 7.072,39 euro. Per quanto riguarda il reddito coniugale, invece, la soglia reddituale sale tra 14.116,96 e 14.144,78 euro.
Pensione minima, il nuovo importo nel 2024
La soglia del trattamento minimo, conosciuto anche come pensione minima, oggi è pari a 598,61 euro mensili, 7.781,93 euro l’anno. Questo significa che:
- chi prende una pensione di importo inferiore a questa soglia e ha almeno un contributo versato entro il 31 dicembre 1995, nel regime retributivo quindi, gode di un’integrazione tale da permettergli di raggiungere il suddetto importo minimo. L’integrazione spetta, ma in misura parziale, a chi ha un reddito che non supera di 2 volte la pensione minima, pari quindi a 15.563,86 euro;
- le pensioni che hanno un importo inferiore a questa soglia nel 2024 godono di una rivalutazione straordinaria ulteriore del 2,7%, come previsto dalla legge di Bilancio 2023.
Ciò significa che oggi, considerando anche la rivalutazione straordinaria, l’importo della pensione minima può salire fino a 614,77 euro.
Cosa succederà da gennaio 2025? Stando al tasso di rivalutazione presunto l’aumento dovrebbe essere compreso tra 608,19 a 609,39 euro. Il problema è che per il momento non è prevista la conferma della rivalutazione straordinaria, ragion per cui se il governo non dovesse stanziarne le risorse con la prossima manovra c’è il rischio che l’importo massimo della pensione minima risulti più basso rispetto a quello di quest’anno. Laddove invece - come sembra - questa dovesse essere confermata anche dalla prossima legge di Bilancio, l’importo salirebbe rispettivamente a 624,61 o 625,83 euro.
La pensione di invalidità civile
Oggi agli invalidi civili con percentuale di invalidità di almeno il 74% spetta un assegno mensile di 333,33 euro, a patto di avere un reddito che non supera i 5.725,46 euro (19.461,12 euro nel caso degli invalidi civili al 100%). Dello stesso importo l’indennità di frequenza, ossia quella prestazione che spetta ai minori “con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età, nonché ai minori ipoacusici, che soddisfano i requisiti sanitari e amministrativi previsti dalla legge”, per la quale il limite di reddito, familiare in questo caso, è sempre pari a 5.725,46 euro.
L’aumento da gennaio 2025, stando alle previsioni fatte dal governo, dovrebbe essere compreso tra 338,66 e 339,33 euro.
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