Ci sono diversi obblighi a cui deve attenersi il percettore di Naspi, pena la decadenza anticipata della misura.
L’indennità di disoccupazione Naspi ha una durata pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi 4 anni (a partire dalla data della domanda), tuttavia in alcuni casi potrebbe essere tolta prima della scadenza naturale.
Nel dettaglio, la Naspi può essere tolta sia nel caso in cui venga meno lo stato di disoccupazione che quando non si adempie a uno dei tanti obblighi connessi alla misura, come ad esempio se non si partecipa alle iniziative di politiche attiva.
A tal proposito, per non rischiare di ritrovarsi improvvisamente senza un sostegno fondamentale durante il periodo di disoccupazione è importante sapere come comportarsi quando si prende la Naspi, scongiurando la possibilità che il sostegno venga tolto in anticipo.
Naspi tolta a chi non prende parte alla politica attiva
Anche chi prende la Naspi è obbligato - al pari ad esempio dei disoccupati che percepiscono il Supporto per la formazione e il lavoro oppure l’Assegno di inclusione - a partecipare al Programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) e prendere parte alle misure di attivazione lavorativa e ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai servizi competenti.
A tal proposito, come sintetizzato dalla circolare Inps n. 224 del 2016, per chi si rifiuta di partecipare a queste iniziative ci sono sanzioni che nel peggiore dei casi possono portare alla perdita della Naspi stessa.
Nel dettaglio, ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 150 del 2015, i lavoratori disoccupati entro 15 giorni dalla presentazione della domanda di Naspi devono andare al centro per l’impiego per la conferma dello stato di disoccupazione, nonché per la profilazione e la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato.
Ha inizio così il programma Gol con l’assegnazione a uno dei 5 percorsi esistenti in base al profilo rilevato, con il Patto di servizio che sintetizza le attività a cui bisognerà necessariamente partecipare.
È l’articolo 21 (comma 7) del D.lgs n. 185 del 2016 a stabilire la misura delle sanzioni per chi si rifiuta di prendere parte alle suddette attività. Ecco una tabella che sintetizza le più importanti, facendo chiarezza su quando l’inadempienza comporta la perdita anticipata della Naspi.
Tipo di violazione | N. evento | Sanzione |
---|---|---|
Mancata presentazione alle convocazioni del centro per l’impiego | Prima volta | Decurtazione di 1/4 di una mensilità |
Seconda volta | Decurtazione di una mensilità | |
Terza volta | Decadenza della Naspi | |
Mancata partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze | Prima volta | Decurtazione di 1/4 di una mensilità |
Seconda volta | Decurtazione di una mensilità | |
Terza volta | Decadenza della Naspi | |
Mancata partecipazione a iniziative di carattere formativo o di riqualificazione | Prima volta | Decurtazione di una mensilità |
Seconda volta | Decadenza della Naspi | |
Rifiuto di accettazione di un’offerta congrua | Prima volta | Decadenza della Naspi |
Quando tolgono la Naspi per la perdita dello stato di disoccupazione
Ovviamente essendo una prestazione riconosciuta alle persone disoccupate, la Naspi si perde anche in tutti quei casi in cui viene meno lo stato di disoccupazione.
Ad esempio, laddove venga avviata un’attività di lavoro subordinata che presenta almeno una delle seguenti condizioni:
- durata del rapporto di lavoro superiore alle 6 mensilità;
- durata del rapporto di lavoro inferiore a 6 mensilità ma il reddito percepito è superiore a 8.500 euro.
Nel caso di avvio di attività di lavoro autonomo, invece, lo stato di disoccupazione si perde qualora il reddito annuo percepito risulti superiore a 5.500 euro.
Mancata comunicazione all’Inps dell’avvio di un’attività di lavoro autonoma o subordinata
L’avvio di un’attività lavorativa non comporta automaticamente la perdita dello stato di disoccupazione. Tuttavia è comunque obbligatorio per il percettore di Naspi darne comunicazione all’Inps - utilizzando il modello Naspi-Com - entro le scadenze fissate dalla normativa.
Ad esempio, chi avvia un’attività di lavoro subordinato di durata superiore a 6 mesi o a tempo indeterminato e non comunica all’Inps il reddito presunto che ne deriva. L’invio va effettuato entro 1 mese dall’inizio del lavoro, pena la decadenza della prestazione.
Perde la Naspi anche chi avvia un’attività lavorativa autonoma o parasubordinata (come ad esempio una collaborazione) e non comunica all’Inps il reddito annuo presunto. C’è tempo sempre 1 mese.
Addio Naspi al raggiungimento dei requisiti per la pensione
L’ultimo caso che comporta la decadenza della Naspi è quello in cui il titolare della prestazione raggiunge i requisiti per il pensionamento, sia di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi) che anticipato (indipendentemente dall’età 41 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, uno in meno per le donne).
Lo stesso vale per chi acquisisce il diritto all’Assegno ordinario di invalidità: in tal caso bisognerà scegliere se godere dell’una o dell’altra prestazione in quanto le due misure non sono compatibili.
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