Chi è il sostituto d’imposta? Cosa fa e a cosa serve? Ecco la definizione del sostituto d’imposta e qualche esempio concreto per capire meglio.
Nel sistema fiscale italiano il sostituto d’imposta è una figura che assume un ruolo chiave per quanto riguarda le tasse e le ritenute da versare al Fisco.
Si tratta di un soggetto o un ente, pubblico o privato, che ha il compito di fare da intermediario tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate.
Il sostituto d’imposta, in poche parole, si occupa di trattenere le imposte dovute da un soggetto passivo sui suoi redditi da lavoro dipendente, sulla pensione, su alcuni compensi professionali o su altri redditi assimilati, per poi versarle direttamente all’Erario.
E nonostante questa figura sia spesso familiare al lavoratore dipendente, come il datore di lavoro, non tutti conosco l’esatta funzione e gli obblighi del sostituto d’imposta. Proviamo a sciogliere definitivamente ogni dubbio.
Chi è il sostituto d’imposta: significato, definizione e funzione
Il sostituto d’imposta, come suggerisce il nome, è un soggetto pubblico o privato che sostituisce il contribuente nell’adempimento dei suoi obblighi fiscali.
Per legge, infatti, il sostituto è un soggetto responsabile della ritenuta e del possibile versamento dell’imposta a nome di un’altra persona - considerata soggetto passivo. Il sostituto d’imposta, quindi, facilita il pagamento delle tasse, versandole all’Erario per conto del contribuente e agendo, quindi, da intermediario tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate.
La sostituzione può avvenire in due modi:
- a titolo d’imposta, quando il sostituto è obbligato a estinguere per intero il debito del contribuente;
- a titolo d’acconto, quando il sostituto anticipa al contribuente il pagamento dei contributi, rimanendo quest’ultimo soggetto passivo. Caso tipico è quello del datore di lavoro che effettua le trattenute IRPEF ai dipendenti, i quali sono comunque tenuti a pagare l’IRPEF per altri redditi diversi.
La funzione principale del sostituto d’imposta è quella di semplificare il sistema di riscossione delle imposte, evitando che ogni singolo contribuente debba versare autonomamente le tasse dovute, facendosi garante, controllando e assicurando che le imposte vengano effettivamente versate. Per svolgere le sue funzioni, il sostituto d’imposta si avvale della Certificazione Unica o del Modello 770.
Chi può essere un sostituto d’imposta?
Il sostituto d’imposta può essere una persona fisica o giuridica, pubblica o privata, purché svolga un’attività economica. Il ruolo può essere ricoperto da diversi soggetti, tra questi: lavoratori autonomi, imprenditori ed enti pubblici ed economici non aventi carattere commerciale.
Volendo essere più precisi e concreti, possono essere sostituti d’imposta:
- datori di lavoro trattenendo le ritenute IRPEF sui redditi da lavoro dipendente;
- committenti per i compensi professionali;
- Pubblica amministrazione, come il Ministero dell’Istruzione per i docenti;
- Comuni per le imposte comunali;
- enti previdenziali, come l’INPS per i pensionati e per i disoccupati che percepiscono sussidi;
- condomini per i redditi derivanti;
- società che distribuiscono interessi e/o dividendi.
Sostituto d’imposta: cosa dice la legge e obblighi
La legge che definisce e disciplina gli obblighi del sostituto d’imposta è l’articolo 64 del DPR n. 600/73 che regola le disposizioni in materia di imposte sui redditi. L’articolo definisce il ruolo del sostituto d’imposta come «chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri» e come tale è soggetto a una serie di obblighi dettati dalla normativa fiscale, quali il dover:
- operare le previste ritenute, a titolo d’acconto o d’imposta;
- versare le ritenute operate, entro i termini stabiliti;
- rilasciare al soggetto sostituito la prevista certificazione, come la Certificazione Unica;
- trasmettere in via telematica all’Agenzia delle Entrate le Certificazioni Uniche;
- presentare in via telematica all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione del sostituto d’imposta ossia il modello 770.
Sostituto d’imposta: qualche esempio concreto
Per poter meglio comprendere le funzioni svolte dal sostituto d’imposta e dal soggetto passivo, può tornare utile un esempio concreto sulle funzioni di entrambe le parti in causa: poniamo il caso di un lavoratore dipendente e del suo datore di lavoro.
Il lavoratore dipendente
Ogni anno tutti i cittadini contribuenti in Italia devono presentare la dichiarazione dei redditi, per la quale si ricorre al modello 730, che fornisce tutte le informazioni relative ai redditi percepiti nel corso dell’anno, sia che essi provengano da un unico lavoro o dai più lavori che si sono cambiati nel corso dello stesso anno. Dopo tale dichiarazione, è possibile che avvenga un conguaglio in positivo, con l’accredito di una somma di denaro corrispondente alle imposte pagate in surplus, o in negativo con una somma da pagare in base alle imposte che non sono state saldate.
Il sostituto d’imposta
Il datore di lavoro in qualità di sostituto d’imposta, è tenuto a provvedere all’emissione della Certificazione Unica ai lavoratori, con la quale dichiara in modo trasparente di aver versato per loro le imposte allo Stato, in base ai loro redditi percepiti. Il sostituto d’imposta deve consegnare la certificazione al contribuente-sostituito entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento.
Vi è poi un altro documento che il sostituto d’imposta deve presentare: il modello 770. Un documento che, come spiega l’Agenzia delle Entrate, deve essere presentato da:
- società di capitali e enti commerciali;
- enti non commerciali o enti pubblici;
- associazioni non riconosciute;
- società ed enti di ogni tipo;
- condomini;
- trust;
- società di persone, oltre ai soggetti che hanno applicato l’imposta sostitutiva su interessi, dividendi o plusvalenze.
Il documento, sempre come spiegato dall’Agenzia, risulta essere necessario se i sostituti hanno corrisposto:
- somme soggette a ritenuta alla fonte sui redditi di capitale;
- compensi per l’avviamento commerciale;
- contributi a enti pubblici o privati;
- riscatti da contratti di assicurazione sulla vita;
- premi e vincite finanziarie;
- utili da partecipazioni in società di capitali o altri redditi.
Sostituto d’imposta: domande frequenti
Dopo aver compreso qual è il ruolo del sostituto d’imposta e quali sono i documenti che devono essere presentati, è naturale che i lavoratori possano avere ancora dei dubbi che è opportuno sciogliere.
Ci si potrebbe interrogare, ad esempio, su quale sia il reale vantaggio dell’istituzione del sostituto d’imposta. In realtà i benefici sono molteplici sia per l’amministrazione fiscale che per i contribuenti. Il sostituto d’imposta semplifica il processo di riscossione, riducendo il carico amministrativo per i contribuenti e garantendo maggiore precisione e puntualità nei pagamenti.
Ma cosa accade se il sostituto d’imposta non versa le imposte?
Il sostituto può andare incontro a sanzioni amministrative e responsabilità penali. L’articolo 10 bis del dlgsv 158/2015, prevede la pena di reclusione da sei mesi a due anni per chiunque non abbia versato entro il termine per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto di imposta ritenute “dovute sulla base della stessa dichiarazione o risultanti dalla certificazione rilasciata ai sostituiti” per un ammontare superiore a 150mila euro per ciascun periodo d’imposta.
Quali sono, invece, i redditi soggetti a sostituti d’imposta?
Sono soggetti alla ritenuta i compensi per prestazioni di lavoro autonomo corrisposti, a qualunque titolo, ad artisti e professionisti, ma non solo. Oltre agli stipendi, sono soggetti a sostituti di imposta: pensioni, compensi professionali, talvolta interessi bancari e altri tipi di redditi finanziari.
Infine, in molti potrebbero domandarsi come scoprire chi è il proprio sostituto d’imposta. Sapere dove trovare le giuste informazioni è fondamentale. In questo caso i dati relativi al proprio sostituto d’imposta si trovano nella Certificazione Unica, il documento che deve essere rilasciato dal datore di lavoro, nell’apposita casella denominata: “Dati relativi al datore di lavoro, ente pensionistico o altro sostituto d’imposta”.
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