Oggi è la giornata della Fed e dell’inflazione UE, uscita al di sotto delle attese all’8,5%.
Inizia di fatto oggi la settimana dei dati macro più importanti del mese, forse della prima parte dell’anno. Sono usciti i dati sull’inflazione europea che si attesta all’8,5%, al di sotto delle attese che vedevano un calo dal 9,2% al 9%.
Il dato è uscito di oltre mezzo punto percentuale al di sotto del dato precedente, un ottimo segnale del fatto che in Europa potremmo vedere un rallentamento economico utile per un ribasso dell’inflazione. Stamani non è uscita solo l’inflazione, bensì abbiamo visto anche il dato sulla disoccupazione, che conferma il dato precedente e si attesta al 6,6%. Attenzione però al fatto che il consensus era per una diminuzione della disoccupazione con un calo al 6,5%, invece il dato ha confermato il precedente, un altro segnale del possibile verificarsi di quella recessione controllata voluta proprio dalle banche centrali.
Ricordiamo in merito che il tasso di disoccupazione è un forte indicatore economico, utile nello stabilire le fasi recessive anche a livello di timing. Infatti, quando vediamo un economia con tassi d’interesse alti e inflazione in discesa, un tasso di disoccupazione che arriva sui massimi è un buon indicatore della fine della fase recessiva, così come il suo movimento dai minimi ci dice che la recessione sta iniziando, come in questo caso specifico.
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Le dinamiche sui cambi
Come detto nei giorni precedenti, i mercati dei cambi si trovano su dei livelli di possibile inversione, ma allo stesso tempo ci troviamo all’interno di una settimana importante sul fronte dei dati macro.
Stasera sarà il turno della Fed con l’uscita dei tassi, previsti in aumento dello 0,25% con un’altissima probabilità. Domani sarà il turno prima della Bank of England e poi subito della Bce. Entrambe, molto probabilmente, aumenteranno i tassi di mezzo punto percentuale, alla rincorsa dei tassi Usa, con l’obiettivo di ridurre fortemente l’inflazione nel breve periodo.
Dopo i tassi di domani e i dati relativi alle richieste di sussidi di disoccupazione in Usa alle 14:30, sarà il turno venerdì dei Non Farm Payrolls, i dati delle buste paga del settore non agricolo in Usa, altro dato storicamente market mover che potrebbe dare una svolta definitiva alla direzionalità attuale del mercato.
In questo frangente abbiamo dei cambi come EurUsd e GbpUsd che, su base settimanale, sono ancora rialzisti, mentre UsdJpy risulta ancora ribassista. Le chiusure su base mensile ci dicono che i trend attuali potrebbero proseguire sui massimi per euro e sterlina, mentre si prevede un ulteriore ribasso per il cambio UsdJpy. Questo però potrebbe condurre, alla rottura dei massimi e dei minimi sensibili, a un’inversione di tendenza considerabile fisiologica, vista le forti vendite di dollaro nei mesi recenti. Pertanto, bisognerà fare attenzione ai market mover che ci saranno tra oggi e domani.
Si inizia infatti stasera, momento in cui potremmo vedere delle vendite di dollaro utili alle rotture dei massimi di euro e sterlina e alla rottura dei minimi di UsdJpy, per poi attendersi un’inversione nella giornata di domani. Questa ovviamente è un’ipotesi in cui vediamo uno scenario di breakout e riassorbimento di livelli tecnici utili a un’inversione di tendenza.
L’inversione di tendenza in questione sarebbe comunque di breve e comunque di una certa intensità, nel senso che per EurUsd, qualora dovessimo raggiungere i livelli di 1,05 nel corso delle prossime settimane, non vedremmo comunque un’invalidazione del trend rialzista in atto.
I livelli tecnici da osservare
Per EurUsd attenzione alle rotture dei massimi in area 1,0930 con possibili accelerazioni verso 1,10. Insomma, un’altra rottura rialzista che potrebbe portare i mercati verso un terreno inesplorato di forti vendite qualora decidesse di ritracciare. Per quanto riguarda GbpUsd, abbiamo la stessa dinamica al rialzo di breve con un possibile re-test di area 1,2420-1,2440, per poi tentare di andare al ribasso (forse). Attenzione a UsdJpy, che è un un’estrema fase di compressione dei prezzi e che potrebbe ritornare al di sotto dei 129, per poi tentare di invertire per tornare verso area 134 nel corso delle prossime settimane.
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