Sai qual è l’importo massimo di un assegno bancario? Ecco cosa cambia tra l’assegno non trasferibile e quello in forma libera, con tutte le regole da conoscere.
I cambiamenti relativi all’utilizzo del contante e dei mezzi di pagamento non tracciabili, insieme ai relativi dibattiti, creano spesso molta confusione nei cittadini. Un dubbio comune riguarda i limiti dell’assegno bancario, un mezzo di pagamento sempre meno utilizzato dai correntisti, tanto che alcuni istituti di credito stanno modificando le loro politiche in merito, ma del tutto lecito e soprattutto tracciabile.
Di conseguenza, tante persone si trovano impreparate al momento di emettere o incassare un assegno bancario, che può rivelarsi in alcuni casi un mezzo di pagamento utile e pratico. Cerchiamo quindi di fare chiarezza, con tutte le informazioni utili riguardanti l’utilizzo degli assegni bancari (e quelli circolari) relativamente agli importi massimi da rispettare.
Assegno bancario o circolare: la differenza
Gli assegni sono sempre meno utilizzati, spesso sostituiti da mezzi più pratici e tecnologie più moderne. L’assegno bancario, in particolare, è da diversi anni decisamente in disuso, mentre l’assegno circolare è ancora utilizzato grazie alle maggiori garanzie di sicurezza offerte. Chi non è avvezzo a questi mezzi di pagamento probabilmente non conosce con precisione le differenze, che sono decisamente importanti.
L’assegno circolare viene emesso direttamente dall’istituto di credito su indicazione del correntista, con l’indicazione obbligatoria del beneficiario, della data, dell’importo. Quest’ultimo viene immediatamente bloccato dalla banca sul conto corrente del richiedente, costituendo una solida garanzia della copertura. Se il correntista non possiede l’importo indicato, infatti, l’istituto di credito non può procedere all’emissione del titolo fino al deposito della somma necessaria.
L’assegno bancario, invece, viene emesso direttamente dal pagatore, che procede alla sua compilazione prima di consegnarlo al beneficiario. La verifica della copertura, infatti, avviene soltanto a posteriori. Chi ha ricevuto un assegno come mezzo di pagamento e non può riscuoterlo per la mancanza dei fondi deve agire giudizialmente per il recupero del credito, con un dispendio di soldi e tempistiche.
L’assegno bancario, inoltre, deve essere riscosso entro il tempo massimo di 8 giorni dalla sua emissione, perché dopo questo periodo di tempo l’emittente può ordinare all’istituto di credito di bloccarne il pagamento. Il tempo sale a 15 giorni per gli assegni fuori piazza, ossia pagabili in un comune diverso da quello di emissione.
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Assegno bancario (non) trasferibile
L’assegno bancario, a differenza di quello circolare, può essere trasferibile. Questa dicitura indica che l’assegno viene pagato al portatore, chiunque lo presenti all’istituto di credito per riscuoterlo. Questo tipo di assegno si compila sempre allo stesso modo, con la differenza che non viene indicato il beneficiario, dopo aver chiesto alla banca il rilascio di assegni in forma libera. Per ciascun modulo, il correntista dovrà pagare un’imposta di bollo dal valore di 1,50 euro.
C’è altrimenti l’assegno bancario non trasferibile, ossia qualsiasi modulo di quelli presenti nel carnet messo a disposizione dall’istituto di credito al correntista con indicazione di non trasferibilità a norma di legge. In questo caso è fondamentale indicare il beneficiario per la riscossione dell’assegno, operazione che a differenza dell’assegno circolare può essere fatta in qualsiasi momento dopo la sua compilazione.
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Importo massimo dell’assegno bancario
Le premesse appena fatte sono indispensabili per comprendere i limiti di importo applicati sugli assegni. L’assegno bancario non trasferibile, infatti, non è soggetto ad alcuna limitazione, se non quella dell’importo disponibile sul conto corrente. Ricordiamo, infatti, che emettere un assegno scoperto è un illecito amministrativo e fiscale. Per gli assegni bancari trasferibili, invece, esiste un limite di 1.000 euro, a prescindere dal tetto ai contanti.
Anche per quanto riguarda gli assegni circolari, infine, non c’è alcun limite all’importo al di fuori della copertura, che in questo caso è proprio una condizione pratica per la loro emissione. Per quanto attiene alla normativa antiriciclaggio, comunque, l’effettuazione di operazioni superiori ai 5.000 euro viene segnalata dall’istituto di credito, ma non comporta alcuna conseguenza per coloro che effettuano o ricevono il pagamento in modo lecito.
Il limite dell’assegno: in sintesi
Ricapitolando, l’eventuale limite di importo dipende dalla tipologia di assegno. Per quanto riguarda l’assegno bancario al portatore, altrimenti detto trasferibile, è possibile inviare o incassare un massimo di 1.000 euro. La precisazione di un limite così netto serve a compensare i possibili rischi di questo strumento di pagamento, soprattutto per quanto riguarda il contrasto al riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite.
Visto che è direttamente il correntista a compilare l’assegno è materialmente possibile indicare una cifra più alta del consentito, esponendosi tuttavia a conseguenze molto gravi. Bisogna infatti sapere che l’istituto di credito è tenuto per legge a muovere una contestazione. Chi ha emesso l’assegno è punito con una sanzione pecuniaria pari al 10% dell’importo, se inferiore a 30.000 euro, o da 3.000 a 50.000 euro per importi superiori. Si aggiunge la sanzione comminata al termine del procedimento amministrativo o, per chi ha diritto all’oblazione, un raddoppio.
L’assegno bancario non trasferibile non è invece soggetto a limiti. Bisogna però attenersi alla liquidità disponibile sul conto corrente per non emettere un assegno scoperto e andare incontro alle relative conseguenze legali, eventualmente anche penali. Ciò non accade con l’emissione di un assegno circolare, condizionata alla previa verifica della disponibilità da parte della banca.
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